Cop 20 di Lima: la forma è salva, ma il clima globale necessiterebbe di ben altro

Cop 20 di Lima: la forma è salva, ma il clima globale necessiterebbe di ben altro

Si è chiusa domenica poco dopo l'1.30 del mattino (ora locale) la deludente Cop 20 di Lima, a cui è seguito il rilascio del documento finale denominato "Lima Call for Climate Action": tale documento giunge a seguito di 12 e più giorni di vere e proprie "contrattazioni" tra istanze diverse, con altalene tra momenti di ottimismo e momenti di pessimismo circa gli esiti negoziali di un accordo "interlocutorio", un passo obbligato in vista del nuovo accordo globale sul clima atteso a seguito della prossima Cop 21 di Parigi 2015.

E anche i commenti finali sembrano rispecchiare questa strana altalena vista durante la Cop, nel senso che a commenti (eccessivamente) favorevoli si contrappongono commenti (giustamente) negativi.

Ma andiamo con ordine, e vediamo che cosa è successo, che comunque è molto meno di quanto ci si poteva e doveva attendere date le urgenze climatiche dei nostri giorni.

lima_cop20Dunque, a Lima è stato faticosamente approvato un accordo che mostra alcuni punti positivi (quali i progressi nel REDD+ - "Reducing emissions from deforestation and forest degradation"; un aumento fino a 10,2 miliardi di dollari del fondo economico per il Green Climate Fund, a fronte dell'obiettivo di 10 miliardi atteso come esito di questa Cop; passi in avanti nell'ambito dei NAP - "National Adaptation Plans"; l'approvazione del Nazca Climate Action Portal- "Non State Actor Zone into Climate Actions", un sistema informativo volto alla diffusione delle iniziative di tutela climatica attuate in tutto il mondo, pensato anche a diffondere interesse verso la prossima Cop 21 di Parigi 2015; un perfezionamento del meccanismo “Loss and Damage, il sistema di supporto ai Paesi nei quali gli effetti del climate change si manifestano in maniera così intensa da superare le loro capacità di risposta; l'avvio del Lima Information Hub, una banca dati sui risultati ottenuti dai piani strategici nazionali; l'avvio del Multilateral Assessment (MA) quale strumento di rendicontazione e verifica delle riduzioni delle emissioni di gas serra in relazione alle decisioni definite nelle precedenti COP) ma che......sostanzialmente non è un accordo nella forma rispettosa delle "urgenze climatiche".

Nazca Climate Action Portal

L'accordo finale di impegno alla riduzione emissiva è stato -per la prima volta- sottoscritto da tutti i 180 Paesi che afferiscono all'Unfccc, costituendosi quindi come un segnale parzialmente positivo in vista della prossima Cop 21 di Parigi 2015, rimandando però gli obiettivi quantitativi alle successive decisioni di ogni Stato nazionale: entro il 31 marzo 2015 tutte le Parti dovranno infatti presentare all'Unfccc i propri Piani nazionali per la riduzione dei gas serra scegliendo autonomamente gli obiettivi di riduzione nazionale.

Tali contributi nazionali di riduzione emissiva (chiamati INDC - Intended Nationally Determined Contributions, da molti già considerati gli "eredi" a livello globale e collettivo dei Nationally Appropriate Mitigation Actions (NAMAs), già redatti da molti Paesi in via di sviluppo) saranno poi valutati dall'Unfccc medesima al fine di comprendere se l’azione collettiva degli Stati nazionali così definita potrà essere sufficiente per contenere il riscaldamento climatico a +2° C rispetto ai livelli pre-industriali, un valore che è stato ragionevolmente mantenuto come benchmark irrinunciabile.

Lasciamo spazio dunque alle parole (contradditorie tra loro, come già anticipavamo) dei protagonisti della Cop, tra le quali si devono però oggettivamente stigmatizzare i commenti ingiustificatamente ed eccessivamente positivi circa gli esiti negoziali.

manuel-pulgarManuel Pulgar-Vidal (Ministro dell’ambiente del Perù e Presidente della Cop20 Unfccc): "Questa Cop20 culmina con grandi risultati e progressi per molti soggetti diversi. La decisione di Lima è solida non solo perché soddisfa i mandati stabiliti alla Cop19 di Varsavia, ma anche perché a sua volta, ha adottato a Lima il progetto che contiene gli elementi per la negoziazione, il che non era mai accaduto prima. A sua volta, ha rafforzato l’adattamento dei contributi nazionali, che sono i programmi che i Paesi devono presentare il prossimo anno, ed anche i meccanismi di finanziamento anche, sia nel documento approvato come in altre decisioni".

Christiana Figueres (Segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - UNFCCC): "Lasciano Lima su una nuova ondata di positività in direzione di Parigi, con una serie di decisioni importanti e un’agenda d’azioni, tra cui le modalità per migliorare l’adattamento e l’istruzione climatica".

Ma dall'altro lato esistono anche posizioni decisamente critiche nei confronti di un evento negoziale che non ha saputo proporre prospettive di lavoro concrete e ambiziose, coerenti con il grave scenario climatico dei giorni presenti.

Vittorio cogliati dezzaVittorio Cogliati Dezza (Presidente nazionale di Legambiente): "La Conferenza di Lima è terminata con una pericolosa battuta d’arresto nei negoziati sul clima.
Nessun significativo passo in avanti è stato fatto con la decisione adottata oggi, rischiando così di compromettere l’esito della Conferenza di Parigi, dove il prossimo dicembre i governi sono chiamati a sottoscrivere il nuovo accordo globale sul clima
".

mariagrazia_midullaMariagrazia Midulla (Responsabile clima ed energia del WWF): "A Lima hanno prevalso gli egoismi e l’incapacità dei governi di agire in modo collettivo contro una minaccia di portata enorme. Ma ha anche prevalso l’azione ben concertata delle lobby fossili, che hanno fatto di tutto per dividere, far serpeggiare la sfiducia e approfondire le distanze. Se vogliono sul serio prevenire la catastrofe climatica, i governi devono ora immediatamente individuare le azioni specifiche per ridurre le emissioni e fornire finanziamenti prima del 2020.
Ci saranno ampie opportunità di farlo con i paesi più sviluppati riuniti per il G7 in Germania e i vertici Onu previsti per giugno 2015.
Ci sono sei mesi per decidere tagli delle emissioni più ambiziosi e gli impegni finanziari per il periodo fino al 2020. Occorre puntare ad avere un accordo significativo ed efficace a Parigi, basato sulle indicazioni della comunità scientifica e non sulla politica.
La speranza per il clima viene soprattutto dalla società civile, dai governi locali, dalle imprese che lavorano per affermare alternative ai combustibili fossili, una realtà economica ed energetica concreta. Il WWF agirà dentro e fuori il processo negoziale per far sì che venga affrontata l’urgenza della lotta ai cambiamenti climatici
".

E' da sottolineare il fatto che a Lima si è avuto un forte contributo partecipativo del mondo ambientalista, che ha voluto dare un forte messaggio di presenza agli sforzi negoziali: come sostiene Mariagrazia Midulla, ad oggi effettivamente la speranza è che l'azione volontaria del mondo economico ed ambientale sappia integrare -almeno parzialmente- i ritardi nell'azione di tutela climatica da parte degli Stati Nazionali.

Ecco il testo definitivo del pacchetto "Lima Call for Climate Action", concordato dalla Durban Platform (ADP).

Quindi, in definitiva: Conferenza deludente, anche perchè non si sono registrati sostanziali passi avanti verso accordi di riduzione vincolante delle emissioni di gas serra, che poi deve essere il vero cuore di questi incontri.
L'attenzione si è fermata ad un livello di adattamento e di fondi verdi, ragionando primariamente comunque in una logica economica, con una visione insufficiente a poter permettere reali passi avanti verso gli obiettivi di mitigazione climatica.


Lo Staff di Rete Clima®

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