Net Zero emission: cosa significa? Come arrivare?

Net Zero emission: cosa significa? Come arrivare?

Net Zero consiste nell'obiettivo di raggiungere “emissioni nette zero” di gas serra, allo scopo di contenere il riscaldamento climatico globale: questo obiettivo è in linea con il target dell’Accordo di Parigi, che intende limitare il riscaldamento globale a +1,5°C entro la fine secolo.

A differenza della Climate Neutrality, il Net Zero non è un concetto riferibile solo ad un determinato anno di esercizio aziendale, non è temporalmente “puntuale”: indica invece un percorso di lungo termine con l’obiettivo di raggiungere “emissioni nette zero” rispetto alle attività aziendali ed alla sua filiera.

Tale percorso implica una drastica riduzione delle proprie emissioni di CO2 fino ad annullarle, o quasi, entro il 2050 o anche prima in caso di obiettivi aziendali di elevato valore: il “quasi” prima utilizzato sta ad indicare che per alcuni settori, qualificati come “hard to abate”, dove non sarà possibile abbattere totalmente le emissioni entro il 2050 per motivi tecnici o economici (si tratta di settori come l’aviazione, l’agricoltura, la siderurgia).

La Science Based Target Initiative (SBTi), punto di riferimento nell’ambito del Net Zero, richiede riduzioni delle emissioni GHG assolute in media del 90%, variabili a seconda del settore: le emissioni “hard to abate” rimanenti, una volta raggiunto l’obiettivo di riduzione, dovranno essere rimosse permanentemente dall’atmosfera.

A differenza della Carbon/Climate Neutrality il Net Zero è un obiettivo Science Based, in quanto corroborato dall'analisi scientifica dell'Ipcc: “Nei percorsi simulati […] di 1.5°C, le emissioni globali antropogeniche nette di CO2 diminuiscono di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 […], raggiungendo il net zero intorno al 2050” (IPCC).

Una strategia Net Zero è solida se l’obiettivo a lungo termine è supportato da obiettivi intermedi (a 5-10 anni per SBTi), fondamentali per non iniziare “troppo tardi” ed ottenere le riduzioni richieste al 2030.

Perché alcune strategie di offsetting utili alla Carbon Neutrality non sono strettamente funzionale al Net Zero?

Se l'approccio compensativo "classico" prevede la possibilità di compensazione delle emissioni serra residue attraverso processi di "avoidance" o di "removal", a seguito della riduzione emissiva un piano net-zero privilegia solo le rimozioni permanenti.

Secondo l'IPCCC, però, ad oggi siamo attualmente in grado di riassorbire dall’atmosfera solamente una parte limitata delle emissioni che produciamo, quindi “fare affidamento sulle sole tecnologie di rimozione è uno dei maggiori rischi per la nostra abilità di limitare il riscaldamento a 1,5°C.” (IPCC).

Serve quindi procedere primariamente verso strategie di rimozione emissiva, nel proprio perimetro aziendale e all'interno della propria value chain, nell'ambito del cosiddetto "Scope 3":

GHG protocol

Ma serve anche lo sviluppo di soluzioni di carbon removal, azioni su cui Rete Clima è impegnata a livello sia di ricerca, sia di relazioni a livello europeo, sia di sviluppo di proposte tecnico-normative.

La Carbon/Climate Neutrality non può che essere, quindi, un’azione di breve periodo ed integrativa del percorso di riduzione dei GHG, verso il Net Zero: Rete Clima lavora per rendere chiaro alle aziende il contesto e le azioni riferite sia alla carbon neutrality, sia al net-zero.

Di seguito una immagine che esemplifica la differenza fra i due concetti:

net zero
La carbon neutrality potrebbe di fatto nascondere un aumento delle emissioni dell’impresa: la carbon neutrality odierna deve essere realizzata in parallelo rispetto a piani di riduzione emissiva, verso il Net-Zero. Credits: SBTi

Raggiungere il Net Zero richiede dunque, oggi:

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