Ricerca Google: cosa pensano i consumatori italiani della sostenibilità?

Ricerca Google: cosa pensano i consumatori italiani della sostenibilità?

Le ricerche online tramite motori di ricerca sono diventate uno degli indicatori più utilizzati per capire verso dove si orientino gli interessi principali delle nostre società, soprattutto in termini di tendenze d’acquisto ma anche su temi di interesse politico-sociale.

Nei trend registrati su Google, termini come sostenibilità e similari sono in costante crescita da diversi anni e le survey agli utenti mostrano una quota di persone sempre crescente nel tempo che crede nell'importanza del valore della sostenibilità.

Ma soprattutto mostrano che il contesto valoriale della sostenibilità abbia una forte influenza sui consumatori che scelgono prodotti e brand proprio in base alla presenza di informazioni legate agli impegni ambientali e sociali.

Nel settore “tendenze di consumo” della piattaforma Think with Google è stata da poco presentata la ricerca: "A tutto green: ecco cosa pensano i consumatori della sostenibilità in Italia".

Quello che emerge dall’analisi delle ricerche effettuate su Google, è che gli Italiani vogliono più informazioni sulle azioni concrete che si possono intraprendere, anche in prima persona, per la salvaguardia del Pianeta piuttosto che fermarsi solo ad informazioni di contesto.

Stanno quindi diminuendo le ricerche di termini “generici” quali “cambiamenti climatici” o “inquinamento”, mentre sono in crescita termini come “piantare alberi” o “moda sostenibile”.

Attività di forestazione partecipata organizzata da Rete Clima per TIM a Milano, nell'ambito della Campagna Foresta Italia

Già a seguito della pandemia i trend mostravano come la sostenibilità stesse sempre più rivestendo un ruolo prioritario nel quotidiano delle persone.

Questa tendenza è oggi diventata uno dei principali fattori di scelta in fase di acquisto: il 31% ritiene la sostenibilità più importante rispetto a design e stile (Google, Italia, Consumer Survey), percentuale che sale al 37% per la cosiddetta Generazione Z, confermando il maggiore interesse dei giovani tra i 18 e i 24 anni nel volersi impegnare in prima persona per l’ambiente.

Una grande maggioranza di intervistati (74%) segnala però la mancanza di informazioni e trasparenza nella comunicazione della sostenibilità da parte delle aziende che diventa così un ostacolo all’acquisto, più che la qualità stessa dei prodotti: un aspetto importante in cui investire, dato che i consumatori si aspettano che una scelta di acquisto venga facilitata, e che non si debbano cercare le informazioni per capire cosa sia effettivamente sostenibile.

Dal lato delle aziende invece la comunicazione deve chiaramente tenersi lontana dal greenwashing. Se è vero, infatti, che i consumatori vogliono conoscere l’impegno delle imprese, tendono ad allontanarsi da un brand che si definisce sostenibile se questo non fornisce informazioni a supporto ed esempi tangibili che lo testimonino.

Non è più il tempo di promuovere affermazioni non sostanziate da iniziative concrete, da valutazioni tecniche e da risultati quantitativi, da una completa tracciabilità.

Questa consapevolezza di dover investire concretamente e non solo a parole sta visibilmente aumentando nelle aziende: una ricerca presentata durante gli Stati Generali della Green Economy durante Ecomondo mostra come il 62% delle imprese ritenga strategico intraprendere un percorso di transizione ecologica anche e soprattutto nel contesto dell’attuale periodo storico con alti prezzi dell’energia e grande incertezza sul fronte del futuro dell’economia.

La grande maggioranza delle imprese (76%) credono che promuovere la transizione ecologica consentirebbe al nostro Paese di tornare a far parte del gruppo avanzato delle economie mondiali, anche se metà degli intervistati considera la burocrazia ancora un grande ostacolo.

GM per Rete Clima