Il Governo non vuole mollare il nucleare (che l’Europa considera erroneamente a “basse emissioni di carbonio”)

Il fuori onda del ministro dell’Ambiente Prestigiacomo pochi giorni dopo l’incidente di Fukuscima in Giappone è stato chiaro: “Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare, non facciamo cazzate: dobbiamo uscirne ma in maniera soft”.

Uscirne, ma quanto?

E soprattutto, uscirne davvero?

Le preoccupanti parole di Berlusconi circa lo stop temporaneo al referendum anti-nucleare nella Conferenza stampa a tergo dell’incontro con il Presidente francese Sarkozy, che mostrano un disprezzo inaccettabile per la volontà del popolo sovrano e le sue legittime preoccupazione, hanno però il pregio di essere chiare: e di dimostrare che questo Governo non vuole proprio lasciare il nucleare, salvo rallentarne l'iter per non pagare durante il referendum la leggittima preoccupazione dei cittadini per la pericolosa tecnologia atomica.

Nell’emendamento inserito dal Governo nel decreto omnibus (che prevede l’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari), infatti, non si dice nulla circa una rinuncia dell’Italia all’opzione nucleare.

L’unica cosa certa è quindi che, se il Parlamento modificherà la legge sottoposta a referendum (cioè se Camera e Senato approveranno l’emendamento ora inserito nel decreto omnibus, che abroga le norme relative alla costruzione degli impianti nucleari) il referendum sul nucleare non si svolgerà, facendo perdere quorum utile per evitare che il popolo sovrano si esprima anche sulla tematica del legittimo impedimento.

E poi? Riporta il Corriere della Sera: “Entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge il Consiglio dei ministri adotta la strategia energetica nazionale nella definizione della quale il Consiglio dei ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione Europea e a livello internazionale in materia di scenari energetici e ambientali”.

La cosa preoccupante è che il sito dell’Unione Europea erroneamente riporta che il nucleare: “Rappresenta una fonte di energia caratterizzata da basse emissioni di carbonio” (anche se già qui e qui abbiamo scritto che ciò non è per niente vero) “e costi relativamente stabili; ciò lo rende interessante sotto il profilo della sicurezza dell’approvvigionamento e della lotta ai cambiamenti climatici”.

Il quadro è preoccupante, davvero preoccupante.

L’unica cosa che possiamo fare è informare.

 

Lo Staff di Rete Clima®