Incendi boschivi in Italia: nel 2025 già bruciati oltre 30.000 ettari di territorio

Incendi boschivi in Italia: nel 2025 già bruciati oltre 30.000 ettari di territorio

Nei primi sette mesi del 2025 l’Italia ha già registrato 653 incendi boschivi, con un totale di 30.988 ettari di territorio andati in fumo.

Una superficie che equivale a 43.400 campi da calcio, distrutti al ritmo di oltre 3 incendi al giorno.

I numeri sono importati e la superficie bruciata si suddivide in:

  • 18.115 ettari di aree naturali (prevalentemente boschive)
  • 12.733 ettari di superfici agricole
  • 120 ettari di zone artificiali
  • 7 ettari di altre aree

Aree protette sotto attacco: in fumo oltre 6.200 ettari

Anche le aree protette sono state pesantemente colpite: nel 2025 le zone appartenenti alla rete Natura 2000 hanno perso 6.261 ettari.

Il problema si aggrava per la mancanza o l’inefficienza dei Piani Antincendio Boschivo (AIB):

  • 8 parchi nazionali su 24 dispongono di un Piano AIB aggiornato e vigente
  • 5 parchi hanno piani scaduti in fase di revisione
  • 11 hanno approvato il piano internamente, ma l’adozione formale è ancora incompleta
  • 8 delle 67 Riserve Naturali Statali hanno completato l’iter di approvazione del proprio Piano AIB.

Dove si concentrano gli incendi in Italia?

La distribuzione geografica mostra una prevalenza netta nel Sud Italia.

Già nel 2024:

  • la Sicilia ha registrato il 75% delle superfici bruciate,
  • la Calabria il 17%,
  • queste due Regioni insieme hanno rappresentato oltre il 66% del totale nazionale.

Il 2021 ha segnato un record negativo con 159.537 ettari bruciati, rendendo l’Italia il paese UE più colpito.

Tra il 2006 e il 2024, infatti, sono stati documentati oltre 98.000 reati legati agli incendi boschivi, con una concentrazione superiore al 50% nelle regioni del Sud.

Nel solo 2024 vediamo:

  • 3.239 reati ambientali relativi agli incendi,
  • 459 persone denunciate,
  • 14 arresti, in aumento rispetto all’anno precedente.

Premesso che l'autocombustione non è da considerarsi come causa di incendio boschivo, oltre il 45% degli incendi accertati è di origine dolosa, e quasi sempre i responsabili restano ignoti. Anche gli incendi di vegetazione non boschiva risultano per il 70% dolosi.

Incendi boschivi Italia
Fonte: pexels.com

Le principali cause degli incendi boschivi

Gli incendi sono spesso il risultato di più fattori interconnessi, tra cui:

  • comportamenti dolosi o azioni della criminalità,
  • comportamenti negligenti,
  • abbandono delle aree rurali, con conseguente accumulo di vegetazione secca,
  • urbanizzazione diffusa senza adeguata manutenzione nelle zone di interfaccia tra aree urbane e boschi.

La crescente difficoltà nell’identificare i responsabili rende il fenomeno ancora più difficile da contrastare in modo efficace.

Il cambiamento climatico amplifica il rischio

Oltre ai fattori di cui sopra, i fenomeni estremi legati al cambiamento climatico stanno rendendo il territorio più vulnerabile.

La siccità prolungata, l’aumento dei fulmini e le ondate di calore estive amplificano il rischio di incendi, che diventano più estesi, rapidi e difficili da controllare.

Il bacino del Mediterraneo è una delle aree più vulnerabili, e l’Italia si trova in una posizione geografica particolarmente esposta.

Le foreste italiane, già soggette a stress idrico, sono indebolite e più esposte a:

  • malattie,
  • attacchi di insetti e funghi,
  • maggiore secchezza - e quindi - infiammabilità del sottobosco e dei rami secchi sugli alberi.

Impatti ambientali, sociali ed economici, serve più coesione

Gli incendi boschivi hanno effetti devastanti e a lungo termine sugli ecosistemi e sulle attività umane.

Tra le conseguenze più gravi vi sono la perdita di biodiversità e la distruzione di habitat naturali, che mettono a rischio numerose specie, spesso già vulnerabili.

Oltre al danno ecologico immediato, gli incendi comportano il rilascio di grandi quantità di anidride carbonica, aggravando ulteriormente il problema del cambiamento climatico.

L’equilibrio del ciclo idrologico viene alterato, rendendo il suolo meno permeabile e più esposto a frane ed erosione, soprattutto in presenza di precipitazioni intense.

Anche l’agricoltura subisce conseguenze pesanti: basti pensare che nel 2021 sono stati distrutti oltre 20.000 ettari di terreno agricolo. A ciò si aggiungono le ricadute economiche negative sul turismo e sulle attività produttive locali, specialmente in territori già fragili dal punto di vista socioeconomico.

Nonostante la presenza di normative e strumenti di pianificazione, la gestione degli incendi boschivi in Italia continua a presentare criticità strutturali. La frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali ostacola l’efficacia degli interventi.

A ciò si sommano la carenza di personale formato, l’insufficienza di mezzi tecnici, i ritardi burocratici nell’adozione dei piani e, non da ultimo, una cultura della prevenzione ancora debole tra i cittadini.

Tutti questi fattori contribuiscono a rendere il territorio più vulnerabile e meno pronto a fronteggiare un rischio sempre più concreto e diffuso.

Incendi in Italia
Fonte: pexels.com

Strategie e tecnologie per la lotta agli incendi in Italia

In tutta Europa, e anche in Italia, si stanno adottando soluzioni tecnologiche sempre più avanzate per migliorare la prevenzione e la gestione degli incendi boschivi. I satelliti permettono un monitoraggio in tempo reale dell’evoluzione dei roghi, offrendo dati preziosi per intervenire tempestivamente.

Al contempo, l’impiego di droni consente una rapida perimetrazione delle aree colpite, supportando le squadre a terra con una visione dettagliata del fronte di fuoco. A completare il quadro ci sono i sensori IoT, dispositivi in grado di rilevare variazioni ambientali e anomalie con grande precisione, e le applicazioni digitali, che rendono possibile la segnalazione diretta da parte dei cittadini, rafforzando così la rete di sorveglianza e il coinvolgimento della comunità.

In Italia sono già attivi diversi progetti sperimentali che puntano a trasformare la prevenzione in una pratica integrata e capillare. Tra questi, l’istituzione delle "Fire smart communities", ovvero comunità locali formate e attrezzate per affrontare il rischio incendi in modo proattivo.

Altre iniziative includono il pascolo prescritto, una tecnica ecologica per ridurre la vegetazione secca e quindi il materiale infiammabile, e la pianificazione integrata tra gestione forestale e urbanistica, fondamentale per evitare sovrapposizioni e zone di rischio.

Infine, si stanno sviluppando infrastrutture digitali che sfruttano torri e reti di telecomunicazione per una sorveglianza ambientale continua e più efficiente.

Incendi in Italia: uno sguardo al futuro

Per affrontare in modo efficace l’emergenza incendi boschivi in Italia, sono necessari interventi coordinati e duraturi:

  • Pianificazione strategica integrata tra gestione forestale, urbanistica e protezione civile
  • Prevenzione degli incendi boschivi attraverso la gestione forestale sostenibile certificata
  • Miglioramento delle reti di rilevamento e monitoraggio
  • Sostegno alle comunità rurali, che possono tornare a svolgere un ruolo attivo nel presidio del territorio
  • Aggiornamento costante delle normative e dei catasti delle aree bruciate
  • Investimenti in prevenzione, non solo in emergenza

Gli incendi boschivi in Italia nel 2025 rappresentano un campanello d’allarme che richiede un cambio di approccio: dalla reazione all’azione preventiva. Con un territorio sempre più vulnerabile e con eventi climatici estremi in aumento, serve un impegno concreto su più fronti: istituzionale, tecnico e culturale.