Cambiamento climatico: solo il 37% delle aziende italiane lo percepisce come un rischio reale

Un’analisi condotta su 10.000 aziende italiane mette in luce una preoccupante sottovalutazione del cambiamento climatico come fattore di rischio per il proprio business.
Nonostante l’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi, la consapevolezza rimane sorprendentemente bassa: quasi la metà delle imprese dichiara che l’impatto del cambiamento climatico sull’attività d’impresa è scarso o nullo, mentre 1 su 5 afferma di non considerarlo affatto un rischio.
Questi dati emergono dalla ricerca GRINS, recentemente illustrata da Vera Palea, professoressa di Economia Aziendale all’Università di Torino e membro EFRAG, durante un’intervista a Focus ESG, il format televisivo di Italpress.
Anche in regioni duramente colpite dagli effetti della crisi climatica, come l’Emilia-Romagna, la percezione non migliora: solo il 40% delle aziende del territorio si dichiara preoccupata, un dato sostanzialmente in linea con la media nazionale del 37%.

Questa scarsa sensibilità si traduce in livelli di investimento ancora limitati per la mitigazione climatica e per l'adattamento.
Solo 1 impresa su 4 ha attivato misure di efficientamento energetico o produzione da fonti rinnovabili.
Ancora più basse le percentuali di aziende che si proteggono dai rischi fisici: 1 su 6 contro i rischi acuti (come alluvioni, incendi, frane) e appena 1 su 10 contro i rischi cronici (come siccità prolungata o aumento del livello del mare).
Tuttavia, emerge anche un dato incoraggiante: le aziende che hanno investito in resilienza e sostenibilità sono per lo più quelle che hanno partecipato a percorsi di capacity building, sviluppando conoscenze e competenze specifiche legate alla gestione dei rischi climatici e alla transizione ecologica.

Una strategia ambientale come leva per resilienza e competitività
In una fase storica caratterizzata da profondi cambiamenti climatici, economici e normativi, le imprese hanno oggi l’opportunità concreta di tutelarsi e fare la differenza.
Adottare una visione strategica, olistica e integrata delle azioni ambientali non è più una scelta accessoria, ma una necessità per garantire continuità operativa, competitività e accesso a nuovi mercati.
Investire in sostenibilità ambientale, innovazione energetica e formazione interna significa costruire imprese più resilienti, attrattive per stakeholder e investitori, e pronte ad affrontare con responsabilità le sfide globali.
La consapevolezza climatica, se supportata da azioni concrete, può trasformarsi in un potente motore di crescita sostenibile.