A quattro anni dalla tempesta Vaia, il Col di Lana rinasce con il progetto Ancora Natura

A quattro anni dalla tempesta Vaia, il Col di Lana rinasce con il progetto Ancora Natura

Sono passati quattro anni dall’ottobre 2018, quando la tempesta Vaia, con venti fino ai 200 km/h, ha abbattuto nel Nord Italia 42.500 ettari di foreste, pari a 9 milioni di metri cubi di legname. Alla distruzione dei soprassuoli forestali hanno fatto seguito danni da vento e da nevicate, fino alle attuali devastanti infestazioni di bostrico. Diventa quindi sempre più importante lavorare sulla rinascita e sulla gestione forestale.

Per questo il gruppo di lavoro formato da Rete Clima, PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) e Coldiretti Belluno, grazie al finanziamento dell’8x1000 dell’Istituto Italiano Buddista Soka Gakkai, dà il via al progetto “Ancora Natura per il Col di Lana”.

foresta abbattuta dalla tempesta Vaia
I danni causati del forte maltempo nella zona di Alleghe e Caprile (Belluno), 01 novembre 2018.
ANSA/DIEGO RIVA

Il Comune di Livinallongo del Col di Lana (Belluno) è tra i territori che più hanno risentito degli effetti di Vaia, che ha limitato il potenziale economico della zona, specialmente quello turistico.

Ora l’intervento messo in campo da PEFC Italia, Rete Clima e Coldiretti Belluno punta a ricostituire la morfologia delle foreste della zona, ripristinando il loro ruolo a livello ambientale, paesaggistico, economico, turistico, sociale e predisponendo una gestione condivisa tra amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria, imprese e professionisti del territorio.

Cosa prevede il progetto?

Il progetto “Ancora Natura per il Col di Lana”, che si concluderà nell’estate 2024, prevede in primis la rimozione sicura del materiale legnoso ancora presente sul terreno a seguito della tempesta Vaia. Il materiale sarà selezionato e stoccato, per essere riutilizzato dalla comunità locale per scopi di riscaldamento, edilizia e architettura urbana, artigianato artistico, attività solidali, formazione professionale e non solo.

Il pino cembro sarà la specie principale utilizzata per l’area in cui verrà realizzato il rimboschimento, insieme al larice, all’abete rosso e a qualche esemplare di faggio. Nel complesso, saranno messe a dimora fino a 10.000 nuove piante. Tutta la gestione dell’intervento sarà mirata anche all’ottenimento della certificazione PEFC, che assicura i più elevati standard di sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) nella gestione delle foreste.

I rimboschimenti effettuati saranno inoltre in grado di assorbire carbonio e mitigare il cambiamento climatico in atto. Anche questi valori saranno valutati attraverso il protocollo per i servizi ecosistemici PEFC, al fine di aumentare questo valore e poter comunicare adeguatamente tutti i benefici derivanti da una corretta gestione del patrimonio forestale.

Alberi solitari dopo il passaggio della tempesta Vaia

Agli interventi tecnici si affiancherà la promozione dell’attività nell’ambito di percorsi Corporate Social Responsibility (CSR) di varie imprese, con l’intento di replicare l’intervento di gestione forestale anche in altre aree limitrofe. Saranno inoltre realizzati percorsi didattico-contemplativi rivolti alle scuole e alla comunità locale.