Ancora le rinnovabili termiche in Italia

Qualcuno parla di una “visione elettrocentrica” delle rinnovabili, in cui a fare da padrone sono solo le fonti rinnovabili per la generazione elettrica.

Avevamo però già parlato anche qui del rilevante ruolo che possono giocare anche le (più economiche) fonti rinnovabili termiche, specie nell’ambito del raggiungimento dell’obiettivo 2020 (che per l’Italia significa arrivare al 17% dell'energia utilizzata negli usi finali prodotta da FER, cioè Fonti Energetiche Rinnovabili).

A questo proposito si consideri che circa la metà dell’energia usata in Italia viene impiegata per la produzione di calore e di raffrescamento, quindi è sensato pensare ad una ancor più massiccia diffusione delle rinnovabili termiche.

Condizione per poter garantire il proseguimento di questo sviluppo, però, è che vengano garantiti incentivi stabili (quale, per esempio, la detrazione del 55%) e regole certe per tecnologie che -come il solare termico- presentano ottimi rapporti tra i costi per il sistema e l’energia da fonti fossili risparmiata.  

Ma veniamo a qualche numero. L’obiettivo europeo sulle rinnovabili 2020 è calcolato sul totale dell’energia rispetto agli usi finali: calore, raffrescamento, produzione elettrica e trasporti in Italia rappresentano gli usi principali dell’energia (di cui gli usi termici rappresentano il 49% del totale, i trasporti il 31% e gli usi per la generazione elettrica il 20%).

Andrea Molocchi (Amici della Terra): “Il piano d’azione nazionale per l’obiettivo 2020, su cui le associazioni non sono state consultate dovrebbe tenere maggiormente in considerazione il ruolo delle rinnovabili termiche che possono fare di più a un costo minore”.

Mario Silvestri (Politecnico di Milano), citando uno studio dell’Osservatorio sull’Energia: “Il rapporto costi/benefici di uno scenario in cui si incentivino le sole rinnovabili elettriche è di 30 miliardi di euro per ogni milione di tonnellate di petrolio equivalente al 2020; quello di uno scenario in cui si distribuiscano gli aiuti razionalizzandoli per il settore elettrico ed allargandoli alle rinnovabili termiche di soli 7,9 mld€/Mtep al 2020”. (…) “La convenienza dello scenario alternativo è di circa 4 a 1, con un risparmio per la collettività del 74% per Mtep finale prodotto!”.

Nel nostro paese si stima che nel 2009 siano stati installati 400mila metri quadrati di collettori termici, portando a 2 milioni di mq il totale installato a livello nazionale (ma nonostante questo restiamo molto indietro in quanto a installazioni procapite): c’è ancora molto da fare.
Valeria Verga (Segretario generale di Assolterm): “Servirebbero incentivi affidabili sul lungo termine, obblighi solari in edilizia, semplificazioni amministrative, informazione del pubblico e formazione degli installatori” (…) “Con 0,9 €/kWh installare i pannelli solari termici è l’intervento con il miglior rapporti costo-benefici tra quelli incentivati”.

Riccardo Battisti (Ambiente Italia): “Alcune misure di sostegno, pur esistendo, restano però sulla carta: è il caso dell’obbligo di legge per i nuovi edifici di ottenere da rinnovabili almeno il 50% dell’acqua calda sanitaria. Solo una Regione (la Lombardia) e qualche centinaio di comuni lo hanno tradotto in un regolamento e messo in pratica”.

Giampaolo Valentini (ENEA): “Sono 37.100 gli impianti incentivati nel 2008 per un risparmio di 288 GWh annui, e circa 34mila la stima provvisoria per il 2009". Ma “....il futuro della detrazione del 55% dopo il 31 dicembre 2010 non è affatto garantito se il Ministero dello Sviluppo Economico sembra favorevole ad un rinnovo della misura, quello delle Finanze è alquanto critico”. (…) "Una visione piuttosto miope: inrealtà i costi dell’incentivazione sono ben minori dei benefici monetari e ambientali che comporta”.

La spiegazione sta in un recente studio CRESME: se la stima del costo della manovra per lo Stato dal 2007 al 2010 è di 6.446 milioni di euro, i benefici monetari dati dal risparmio in bolletta (3.200 mln €), dal maggior gettito fiscale (3.310 mln €) e dall’incremento del reddito ritraibile da patrimonio immobiliare (3800 mln €), ammontano a 10.310 mln di euro.

Quindi un beneficio per le casse dello Stato di circa 4.000 milioni di euro, senza contare gli altri benefici più difficilmente quantificabili come le emissioni evitate e lo stimolo ad occupazione, innovazione e creazione di una capacità produttiva nazionale.

Conviene meditare su questi numeri.


Lo Staff di Rete Clima®


Scarica qui la presentazione di Andrea Molocchi (Amici della Terra)