Ancora aggiornamenti dal Golfo del Messico

L’incidente della Deepwater Horizon sta rapidamente diventando la più grande catastrofe ecologica della storia: dalla mappa del NY Times (aggiornata quotidianamente) si vede come ormai non sia più minacciata solo la costa della Louisiana, ma una parte molto rilevante dell’intero Golfo del Messico.

Per chi vuole aggiornamenti, da un po’ di giorni è in funzione una webcam piazzata dall Bp e collegata con un sito del Congresso Usa, ma il sito è perennemente sovraccarico quindi è meglio guardare le immagini da altri siti (la CNN, per esempio, visualizzabile solo con i coockies attivi, o qui su krg.com).

Nel video viene ripresa la maggiore delle falle (ce n’è anche un’altra, dal
blowup preventer del pozzo): il petrolio esce dal tubo che portava il greggio sulla piattaforma Bp esplosa il 20 aprile (a causa del gas presente nel pozzo e risalito lungo la conduttura).

E’ a questa falla che è stato applicato il "siringone" ma, secondo ammissione della stessa BP, questa apparecchiatura sta ormai pompando via pochissimo di quel che in realtà fuoriesce (si parla di una capacitò di prelievo di circa 2000 barili al giorno) a fronte di nuove stime sul rilascio di circa 100.000 barili al giorno (anche se la stima ufficiale del flusso rimane a “soli” 5.000 barili al giorno).

La BP sostiene che è impossibile misurare la quantità di greggio che esce dalle 3 falle sottomarine, ed i risultati si vedono nella mappa del NYT:

In un quadro a tal punto drammatico, un’altra notizia pessima è che BP sta cercando di fare letteralmente del "greenwashing" utilizzando un detergente potentissimo e altamente inquinante (il Corexit) capace di garantire ottimi “risultati estetici": questo prodotto verrà utilizzato per far sparire in fretta il petrolio dalla superficie e far apparire la marea nera più piccola di quanto non sia in realtà. Si consideri che questo prodotto, anche a detta di funzionari della BP, ha caratteritiche di elevata pericolosità come ben riportato anche qui.

La pressione affinché la gestione della crisi sia tolta di mano alla BP a favore di una gestione governativa sta diventando molto alta, a fronte –però- di una legge americana (varata dopo il disastro ExxonValdez) che stabilisce che i compiti di ripulitura spettino esclusivamente alla compagnia petrolifera. Proprio in virtù di questo suo ruolo di coordinamento la BP ha negato di voler sospendere l’utilizzo dell’inquinante Corexit (qui la lettera ufficiale), di fatto aggiungendo disastro a disastro.

Ah, non dimentichiamo le altre due brutte notizie: dalle falle esce anche gas naturale (rilevante gas ad effetto serra), in quantità equivalente al petrolio; e poi, nonostante la moratoria sulle trivellazioni annunciata da Obama, le autorità federali dopo il 20 aprile hanno rilasciato decine di permessi per trivellare nel golfo del Messico.

Di male in peggio.


Lo Staff di Rete Clima®


Da Reuters la notizia che Obama vuole estromettere Bp dalla gestione del disatro