Auto elettriche come strumento di accumulo dei picchi di energia elettrica rinnovabile

Il rapporto "Using Electric Vehicles to Meet Balancing Requirements Associated with Wind Power" sostiene che le auto elettriche (leggi: le batterie delle auto elettriche) sono il miglior modo per gestire i picchi di produzione di energia elettrica tipici delle fonti rinnovabili “a flusso”, eolico in primis.

Il report, curato dal Pacific Northwest National Laboratory, del US-DOE (Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti) vede la mobilità elettrica come ottima opportunità per la gestione senza sprechi del surplus energetico prodotto nei momenti di picco dai parchi eolici, senza che “nulla” vada sprecato (o impiegato in cicli di ripompaggio dell’acqua verso le dighe, processo termodinamicamente fallimentare).

Il DOE ha pertanto annunciato lo studio di un sistema per ottimizzare questo scambio elettrico, a partire dall’analisi dei dati di producibilità eolica raccolti nei 7 Stati americani (quali: Montana, Nevada, Idaho, Oregon, Wyoming e Washington) in cui la produzione eolica è più significativa.

Secondo questi dati le previsioni del report indicano che entro il 2019 si potrà contare su un sistema in grado di gestire in questa maniera intelligente circa 10mila megawatt eolici, sufficienti a ricaricare oltre due milioni di auto elettriche.

L’idea non è nuovissima, ma lo sono sia la base scientifica dello studio che i dati previsionali quantitativi che questo esprime.

Cogliamo l’occasione allora per aggiungere una novità interessante che proviene da un recente studio realizzato dalla Carnegie Mellon University (e pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences) secondo cui sono da preferire le batterie per auto elettriche che siano di piccole dimensioni.

Secondo Michalek, professore associato di ingegneria presso la CMU:  “Le attuali politiche di governo forniscono maggiori sussidi ai veicoli con batterie più grandi, partendo dal presupposto che più grande è meglio è” (…) “Ma, se da un lato le batterie più grandi permettono ai veicoli plug-in di guidare su distanze più lunghe impiegando elettricità al posto della benzina, dall’altro sono anche costose e pesanti, e soprattutto sono sottoutilizzate quando la capacità maggiore del necessario per un viaggio quotidiano, necessitano di un numero superiore di infrastrutture di ricarica e producono più emissioni durante la produzione”.

Come è intuitivamente prevedibile, le macchine elettriche con batterie più piccole sono più efficienti e risparmiose sia a livello individuale (il possessore) sia a livello collettivo (la società) comportando un minor inquinamento e quindi la riduzione dei costi sociali per l’assistenza sanitaria, i danni ambientali e il consumo di petrolio.

Inoltre, sempre secondo Michalek: “Dal momento che i veicoli con batterie più grandi sono più costosi, se ne possono sovvenzionare solo una certa quantità”.

Invece, a parità di stanziamenti, di Veicoli più piccoli e meno costosi se ne possono incentivare di più.

 

Lo Staff di Rete Clima®