Biodiversità: una risorsa necessaria anche per il business

In occasione del Primo Simposio sul Business per la Biodiversità svoltosi nel Regno Unito il 13 luglio scorso (www.businessofbiodiversity.co.uk) è stato lanciato il nuovo rapporto "TEEB for Business" curato dal team interdisciplinare del Teeb (The economics of ecosystems and biodiversity, vedasi www.teebweb.org) e dedicato proprio al mondo business.

Si tratta del più grande e rilevante sforzo internazionale di messa a sistema di tutti dati e le conoscenze disponibili sul valore della biodiversità e degli ecosistemi per l'economia umana, che sta contribuendo a fornire un quadro chiaro ed operativo di come valutare il valore complessivo dei sistemi naturali nell'economia umana da parte del mondo delle istituzioni, delle imprese e degli  attori della società civile.

Pavan Sukhdev (economista indiano e Direttore di TEEB): “La ricchezza delle nazioni’ pubblicato nel 1776 da Adam Smith, ha ben sintetizzato lo spirito del TEEB stesso ricordando che non sempre a tutto ciò che è molto utile viene attribuito un gran valore (ad esempio, l'acqua) e, viceversa, non tutte le cose che hanno un gran valore sono automaticamente molto utili (si pensi ai diamanti).

Questo esempio illustra ben due sfide in termini di apprendimento che la nostra società si trova oggi ad affrontare. Innanzitutto, stiamo ancora imparando a conoscere la "natura del valore", ampliando il nostro concetto di "capitale" fino a includere anche il capitale umano, sociale e naturale: riconoscendo l'esistenza di questi diversi capitali e cercando di incrementarli o conservarli, possiamo avvicinarci alla sostenibilità. In secondo luogo, abbiamo ancora difficoltà nell'individuare il "valore della natura".

La natura è infatti la fonte di molta parte di ciò che definiamo "valore" al giorno d'oggi, eppure solitamente aggira i mercati, sfugge alla fissazione di un prezzo e si ribella alla valutazione. Proprio questa mancanza di valutazione si sta rivelando una causa sottostante al degrado degli ecosistemi e alla perdita di biodiversità alla quale stiamo assistendo e della quale siamo, purtroppo, protagonisti”.

Oltre due secoli fa la disponibilità di suolo per l'utilizzo umano era molto elevata, la popolazione mondiale non aveva raggiunto neanche il primo miliardo, l'energia non costituiva ancora un elemento fondamentale nel processo di produzione come lo è oggi, il capitale finanziario era certamente il fattore produttivo più scarso.

Oggi la situazione, come ben sappiamo, è radicalmente cambiata: il nostro intervento sui sistemi naturali ha raggiunto livelli chiaramente insostenibili, tanto che stiamo ormai erodendo la base fondamentale della nostra stessa sopravvivenza; abbiamo creato un livello elevatissimo di cambiamento globale tanto che la comunità scientifica internazionale paragona ormai il nostro ruolo a quello delle grandi forze geologiche che hanno modificato e stravolto il nostro pianeta negli oltre 4 miliardi di anni della sua esistenza.

Stiamo raggiungendo o, forse, in alcuni casi, abbiamo già raggiunto e oltrepassato punti critici o livelli soglia, oltre i quali diventa realmente difficile essere capaci di gestire il nostro futuro.

Sukhdev: "Stiamo tentando di navigare in acque perigliose e sconosciute, con una bussola dell'economia vecchia e difettosa. Abbiamo notevoli problemi di criteri di misurazione del nostro progresso e del nostro benessere che affligge tutti gli strati della società, dal governo alle imprese ai singoli individui e influisce sulla nostra capacità di impostare un'economia sostenibile in armonia con la natura".

Il TEEB for Business mette in luce l'incoraggiante aumento di prodotti e servizi eco-certificati e la crescente attenzione dei consumatori circa la produzione sostenibile.

Inoltre offre un quadro ampio ed articolato per comprendere come la biodiversità' può rivelarsi una opportunità' per le imprese.

Il rapporto raccomanda di mettere a punto nuovi strumenti per incoraggiare misure di tutela e azioni di sviluppo economico che tengano conto del valore dei sistemi naturali; di valutare i rischi e le opportunità connessi alle pressioni sui sistemi naturali e la biodiversità.

Il report raccomanda di prendere provvedimenti per evitare, minimizzare e attenuare i rischi per la biodiversità e i servizi ecosistemici, quali, ad esempio, le compensazioni in natura e in taluni casi di sfruttare le opportunità imprenditoriali offerte dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici, come nuovi prodotti e nuovi mercati.

Sollecita a integrare l'azione sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici nella strategia aziendale mediante più ampie iniziative di responsabilità sociale e di assumere l'impegno, con imprese partner e con i soggetti interessati all'interno dei governi, delle organizzazioni non governative e della società civile, di migliorare la politica e gli orientamenti in materia di biodiversità e dei servizi ecosistemici.

Il rapporto mette in luce, inoltre che, nonostante la maggior parte delle imprese continui a considerare la biodiversità in modo superficiale, un numero sempre crescente di aziende è sempre più consapevole dei suoi potenziali benefici.

L'integrazione nelle politiche aziendali del valore della biodiversità e degli ecosistemi può creare un considerevole valore aggiunto attraverso la garanzia della sostenibilità delle catene di approvvigionamento, lo sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi mercati, la penetrazione su nuovi mercati e l'attrazione di nuove clientele.

Le politiche destinate a gestire i rischi per la biodiversità e gli ecosistemi possono aiutare a ridurre i costi dei mezzi di produzione grazie al miglioramento dell'efficienza delle risorse, allo sviluppo e alla commercializzazione di tecnologie a basso impatto, alla gestione e ideazione di progetti per ridurre l'impronta ecologica e alla fornitura di servizi professionali per la valutazione, la gestione e l'adattamento del rischio.

Il lavoro da fare è ancora tanto, ma questa è sicuramente una strada giusta.


Lo Staff di Rete Clima®