La Bp è in grado di misurare il flusso di petrolio in uscita dal pozzo. Ma non lo fa


Dal 20 aprile in poi sono esistite solo stime circa la quantità di petrolio rilasciata in mare: se le stime ufficiali ancora oggi parlano di 5.000 barili/giorno in rilascio, altre fonti danno previsioni fino a  quasi 100.000 barili/giorno (ricordiamo che il professor Wereley, usando i video e un velocimetro ha stimato una perdita di 95.000 barili/giorno, tutto questo prima del taglio del riser, che ha prodotto un aumento del 20% del flusso: ne abbiamo parlato qui e qui).

Gloobal Research ha scoperto che la Bp avrebbe la possibilità di misurarlo in modo accurato, dato che esistono sul mercato apposite apparecchiature, ma non lo fa. I dispositivi sono stati addirittura presentati al Global Petroleum Show di Calgary pochi giorni fa.

Global Research, che ha trovato la notizia, è un centro di ricerche canadesi che supporta progetti umanitari e culturali.

Ancora Global Research ha scoperto sul sito della compagnia petrolifera un documento del 2008 in cui essa stessa dice di essere in grado di effettuare una precisa valutazione.

Perché? Perché la Bp dovrà pagare danni proporzionali alla quantità di petrolio sversato.

Dal pozzo escono insieme sia petrolio che metano (gas a noto effetto serra), ma è poi presumibile che la Bp pagherà solo per il petrolio, e non per il metano. Che pure non mancherà di far sentire i suoi effetti sul clima globale, con i costi conseguenti.


Lo Staff di Rete Clima®