Smart grid

Smart grid (reti intelligenti): in due sole parole l’attuale limite e la futura opportunità per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Le reti di distribuzione elettrica attuali sono infatti state realizzate secondo il principio di una generazione centralizzata: un numero complessivamente limitato di centrali termoelettriche ad alta potenza (necessariamente alimentate a fonti fossili) genera tutta l’energia elettrica necessaria alla nazione, distribuendo poi agli utenti finali il vettore elettrico attraverso una capillare rete distributiva.

In questa logica il flusso di energia è sostanzialmente unidirezionale: dal produttore al consumatore. Ma la logica delle fonti rinnovabili è diversa, e si parla di autoproduzione e di generazione distribuita: si costruiscono molte piccole centrali distribuite sul territorio, ciascuna di limitata potenza elettrica (in quanto alimentata da fonti energetiche rinnovabili), che vengono messe in rete per il soddisfacimento dei bisogni energetici di un territorio. E può quindi capitare che il consumatore elettrico in un momento riesca ad auto produrre completamente l’energia che abbisogna, in un altro debba prelevare energia dalla rete (quando consumo > produzione), in un altro ancora debba cedere in rete il suo surplus elettrico (quando consumo < produzione).

La rete di trasmissione diventa così “luogo di scambio dell'energia", tra piccoli impianti e consumatori in rete: e deve essere necessariamente “ristrutturata”. Si tratta quindi di lavorare per modernizzare e rendere più flessibili e "intelligenti" le reti di distribuzione dell'energia elettrica, unica condizione per favorire la diffusione della produzione da fonti rinnovabili e l'uso efficiente delle risorse, specie considerando che gli incentivi per tali impianti a fonti rinnovabili sono erogati dallo stato solo nel caso queste siano “grid connected” (connesse alla rete). 

E con queste reti nasce anche la figura del prosumer, cioè piccolo auto-produttore e consumatore di energia, la quale viene scambiata reciprocamente lungo una rete intelligente che -di fatto- diventa un luogo di accumulo virtuale dei surplus energetici individuali (immediatamente scambiati e consumati da altri prosumer): si mettono in rete produzioni e bisogni (energetici), che sono rispettivamente assorbiti o soddisfatti a livello locale da altri piccoli consumatori auto-produttori. La logica è assolutamente sostenibile, ma è chiaro che non può fare piacere a chi trae (grandi) guadagni da un sistema di generazione elettrica centralizzato.

 

Il provvedimento dell'Autorità per l'energia (delibera ARG/elt 39/10) è proprio orientato al sostegno di alcuni progetti pilota per incentivare lo sviluppo delle smart grid, le quali sono in grado di far interagire efficacemente produttori e consumatori, di prevedere in anticipo le richieste di consumo e di bilanciare con flessibilità, la produzione e la domanda di energia elettrica anche localmente. In particolare, il provvedimento consentirà di incentivare in modo selezionato, attraverso una specifica remunerazione tariffaria, gli investimenti sulle reti e l'installazione di sistemi di misurazione intelligenti (smart metering), essenziali per la diffusione delle smart grid.

Il Presidente dell'Autorità, Alessandro Ortis ha spiegato che: "Il provvedimento si inserisce in un ampio quadro regolatorio per promuovere lo sviluppo infrastrutturale delle reti di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica, a vantaggio dei consumatori e dell'ambiente". E poi: "La diffusione e sviluppo delle smart grid e di contatori intelligenti (smart metering), sono temi al centro del dibattito in tutta Europa, anche alla luce della recente Direttiva 2009/72/CE sul  mercato interno dell'energia elettrica. In questa fase di grande innovazione, le autorità di regolazione possono svolgere un ruolo rilevante, affinché sia possibile cogliere le opportunità di sviluppo e innovazione, promuovendo correttamente vari investimenti necessari". Ed infine: "Da tempo lo sviluppo delle infrastrutture, il miglioramento della sicurezza e della qualità dei servizi di rete, nonché l'attenzione per l'ambiente sono fra le priorità di azione dell'Autorità che intende proseguire in questa direzione adottando opportuni interventi di regolazione anche attraverso un sistema mirato di incentivazione agli investimenti". Il provvedimento dell'Autorità definisce la procedura e i criteri di selezione per alcuni progetti pilota attraverso i quali sperimentare: nuovi sistemi di controllo della qualità del servizio; il comportamento delle reti in presenza di un numero elevato di piccoli impianti di produzione e un quantitativo di energia prodotta superiore al fabbisogno; sistemi avanzati di comunicazione bidirezionale con gli utenti della medesima rete, per instaurare con essi un canale di comunicazione proattivo; inserimento di sistemi di accumulo per la regolarizzazione dei flussi energetici.

Nonostante tutto avanti (a piccoli passi) verso una nuova "democrazia energetica".

SC