I costi del nucleare e del petrolio: necessaria una loro internalizzazione

Alcuni operatori del settore nucleare rinunciano all’impresa atomica, dato che l’energia atomica è troppo troppo costosa.

J. Wayne Leonard (Amministratore delegato di Entergy, secondo operatore di impianti atomici negli Usa) intervenuto qualche giorno orsono al Reuters Global Energy Summit: "Il costo delle nuove centrali nucleari è troppo alto. Se si definiscono correttamente i rischi … i numeri semplicemente non tornano".

La società Entergy aveva proposto nel 2008 di realizzare due nuove centrali, ma ha abbandonato il progetto a causa del prezzo esorbitante: e questo malgrado gli incentivi voluti prima da Bush e poi da Obama!

Si tratta di quel nucleare che Italia viene spacciato come soluzione economica e sicura, capace di “abbassare” la bolletta elettrica: è solo ignoranza o c'è qualche altra motivazione?

Dal nucleare al petrolio.

A causa dell'incidente del Golfo del Messico, la Bp ha perso in poche settimane l’immagine che il precedente Amministratore Delegato John Browne aveva cercato di accreditare, cambiando il logo della società in “Beyond Petroleum”, lanciando BP Solar, definendo obbiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica: tutto ciò a fronte di una politica del granchio, che aveva visto la BP negli ultimi due anni chiudere o ridimensionare impianti a fonti rinnovabili negli Stati Uniti, in Spagna e in Australia (perdendo il ruolo che aveva conquistato di una delle società leader del fotovoltaico).

Se l’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon sta comportando e comporterà enormi costi, che solo in parte verranno coperti dall’azienda stessa (il resto saranno collettivizzati, cioè scaricati sullo Stato americano e sui contribuenti), il danno di immagine -anche per il modo in cui Bp sta gestendo l’incidente- è gravissimo.

I dirigenti se ne stanno rendendo conto, in ritardo, tanto che è dei giorni scorsi la notizia della decisione della multinazionale di destinare mezzo miliardo di dollari per finanziare una ricerca indipendente per valutare gli impatti ambientali della fuoriuscita di petrolio.

Le compagnie petrolifere hanno una disponibilità economica rilevante, ma il futuro per loro si presenta in salita: con l’avvicinarsi del peak oil aumenta la quota del petrolio non convenzionale prodotto con elevatissimi impatti ambientali e il greggio convenzionale si deve già cercare in aree sempre più problematiche (ne avevamo già parlato qui).

E' necessario muoversi il prima possibile, per salvare il salvabile. 


Lo Staff di Rete Clima®