Quanto costa l’energia nucleare? Poco secondo il Governo, molto secondo le analisi finanziarie

Quale sarà il costo dell’energia elettrica dopo il ritorno al nucleare costoso e pericoloso?

Basso secondo il Governo Italiano, cara secondo i conti di Citigroup (oltre che secondo il MIT, come abbiamo già visto qui), la più grande azienda di servizi finanziari nel mondo (la quale ha realizzato attente valutazioni intorno ai costi e ai rischi degli investimenti finanziari nelle centrali nucleari riportate nel briefing di Greenpeace “Bufale nucleari”).

Attualmente l’energia elettrica ha un costo di produzione medio intorno ai 65 euro al megawattora, ed il  sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, a margine del convegno “Qualificazione di sistemi e componenti in ambito nucleare - Competenze e strutture ENEA” organizzato dall’Enea il 18 gennaio scorso alla Casaccia.

Secondo Saglia (su Ansa) nel momento in cui le centrali nucleari funzioneranno a regime in Italia il costo dell’energia potrà scendere a 40 euro/MWh: il costo -ha spiegato- viene calcolato sulla base del sistema di finanziamento a 40 anni da parte delle banche.

Ma i conti di Citigroup, diffusi da Greenpeace nel briefing “Bufale nucleari”, sono molto diversi da quanto dice il sottosegretario.

Analizzando il rapporto “New Nuclear, The Economics Say No” (pubblicato nel novembre 2009 da Citi Investment Research & Analysis, divisione di Citigroup Global Market) si legge che ci saranno costi più alti e tempi più lunghi del previsto per la costruzione dei nuovi reattori.

Nell’ipotesi di maggiori costi pari al 20% e di ritardi di due anni nella costruzione, il prezzo dell’energia dovrà essere pari ad almeno 70 euro per megawatt affinchè gli investimenti siano ragionevoli.

Cioè più alti rispetto ai 65 euro attuali e molto, molto più alti rispetto alle rosee e consapevoli (?!) indicazioni del sottosegretario.

Si può aggiungere che, se si prende come punto di riferimento il reattore finlandese di Olkiluoto, le previsioni di Citigroup peccano addirittura di ottimismo!

 

Infatti qui la centrale è ancora in costruzione, sebbene sarebbe dovuta entrare in funzione tre anni fa: oggi nessuno si azzarda a prevedere quando sarà ultimato, ma nel frattempo i costi sono aumentati del 50%: e si tratta proprio di un reattore Epr come quelli che si vorrebbero costruire in Italia.

Altro che ritorno al nucleare: prima sarebbe meglio imparare a fare i conti.

 

Lo Staff di Rete ClimaTM