Il Ministro Prestigiacomo ammette: “Senza fondi chiuderanno la metà dei parchi e delle aree protette italiane, comprese quelle marine”

Finalmente anche il Ministro per l’Ambiente Prestigiacomo sembra accorgersi quello che il mondo ambientale italiano denuncia ormai da mesi.

Le sue parole: “La metà dei parchi e delle aree protette italiane, comprese quelle marine, chiuderanno se non verranno stanziati i fondi necessari alla loro sopravvivenza”. (…)  “Se non saranno adottate subito misure correttive, che mi sono state promesse in Consiglio dei Ministri, non resterà altro che chiudere la metà dei parchi italiani”.

Secondo il Ministro: “Le tabelle della nuova legge di stabilità prevedono per questa materia, una cifra di 29 milioni di euro che non bastano neanche a pagare gli stipendi e le bollette di 24 parchi italiani e 14 aree protette”. E’ quindi necessario: “il reinserimento di 35 milioni di euro: il minimo indispensabile che deve essere assicurato”.

Da qui le critiche arrivate al ministro da parte di Marco Ciarafoni, responsabile Biodiversità e politiche faunistiche del Pd: “Non sappiamo più se ridere o piangere dopo le ultime, incredibili dichiarazioni del ministro Prestigiacomo in Senato. Solo oggi si accorge che il taglio di oltre metà delle risorse da destinare alle aree protette significa la chiusura di molti parchi.

E dov'era lei quando in Consiglio dei ministri Tremonti annunciava la manovra? Cosa ha fatto di concreto, a parte scrivere a un quotidiano? È o non è il ministro dell'Ambiente? Prestigiacomo ci risparmi le battute su Tremonti e dimostri, almeno per una volta, di non essere lì per caso: faccia ripristinare i fondi per i parchi tagliati dal suo governo. Altrimenti resterà nella storia per aver affossato nel 2010, anno internazionale della biodiversità, un inestimabile patrimonio ecologico ed economico del nostro Paese”.

Simile la posizione di Fabrizio Vigni, presidente nazionale degli Ecologisti Democratici: “Il Ministro Stefania Prestigiacomo oggi dice che almeno metà dei parchi chiuderanno per colpa dei tagli del governo. Benvenuta: noi lo avevamo denunciato da tempo. Rimane però una curiosità: dov'era il ministro dell'ambiente quando il consiglio dei ministri ha approvato i tagli?”

 

Lo Staff di Rete Clima®