Il nucleare inquina, anche a livello climatico

Segnaliamo  il libro "Illusione nucleare. I rischi e i falsi miti" di Sergio Zabot (Edizioni Melampo), che analizza l’impatto ambientale della tecnologia nucleare lungo il suo intero ciclo di vita, in una logica di LCA “dalla culla alla tomba”: emissioni di CO2 comprese (ne avevamo già parlato qui, qui e qui).

Infatti quando si parla di impatti del nucleare si pensa principalmente alle scorie radioattive da smaltire, oppure alla fasi di costruzione e di smantellamento una volta che la centrale è giunta a fine vita: ma come capita in una infinità di valutazioni su produzioni industriali, nella quantificazione degli impatti non si contabilizza mai del costo ambientale "a monte" della filiera, legato alle fasi di approvvigionamento e lavorazione delle materie prime necessarie nei cicli produttivi (in questo caso l’uranio, il combustibile necessario per sostenere il ciclo di produzione elettrica termonucleare).

Sono spesso assenti dalle valutazioni queste analisi in una logica di LCA (Life Cycle Assessment), "dalla culla alla tomba", che permetterebbero invece di poter quantificare il reale impatto delle produzioni, anche a livello di impatti climatici.

E proprio a proposito di CO2, il libro di Zabot sostiene non solo che nucleare inquina, ma che è responsabile dell'emissione di grosse quantità di CO2 lungo le fasi di estrazione dell’uranio e del processo di arricchimento dell'uranio.

Senza addentrarci in numeri, Zabot sostiene che su 1.000 kWh prodotti da una centrale nucleare, circa un terzo è come se fossero stati prodotti da fonte fossile (in termini di emissione equivalente di gas serra).

Sul tema delle emissioni del nucleare segnaliamo anche l'interessante studio “Secure Energy” dell’Oxford Research Group, che calcola un valore delle emissioni di CO2 per ogni kWh prodotto da una centrale nucleare, tra 84 e 122 grammi, in virtù di questi valori di emissione lungo la filiera:

- produzione di combustibile nucleare, il suo condizionamento e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi: 56 gCO2/kWh;

- costruzione dell’impianto nucleare: 11,5 gCO2/kWh;

- smantellamento dell’impianto: 28 - 66 g CO2/kWh (nelle condizioni più favorevoli).

L’elemento che rischia in futuro di far crescere espponenzialmente le emissioni delle centrali nucleare è la concentrazione di uranio nella roccia da cui esso è estratto in quanto la purezza delle miniere di uranio tende rapidamente a diminuire, con la conseguenza di una crescita nella produzione di CO2 da parte di questa fase del ciclo di vita dell’energia nucleare.

Il tutto senza considerare che le emission di CO2 non sono l’unico impatto ambientale dell’energia nucleare, la quale è accompagnata da emissioni di radioattività, prodotte dalla culla alla tomba della filiera nucleare (cioè dalla miniera al ritrattamento del combustibile, ai depositi di scorie).

Di male in peggio.

 

Lo Staff di Rete Clima®