I danni del Corexit (ed il petrolio che è entrato nella catena alimentare umana)


Abbiamo già parlato del Corexit in diversi post (qui e qui), ma serve riparlarne perché è cambiata la sua modalità di applicazione, e quindi i potenziali effetti sugli ecosistemi.

Nell’immagine si vede il nuovo tappo e un tubicino bianco che inietta il Corexit direttamente nel getto che esce dal pozzo che rilascia petrolio dal 20 aprile: finora era sempre e solo sparso in superficie, mentre adesso viene anche iniettato direttamente nel getto di petrolio, a 1500 metri di profondità sotto il mare.

Ma il Corexit che cosa fa?

Questo video delle Abc News (a partire dal 30° secondo circa) mostra due provette contenenti la stessa quantità di acqua e petrolio: nella prima vengono aggiunte due gocce di Corexit e......

Lo strato di petrolio si frantuma ma non scompare, e appena l’acqua viene agitata (come le onde del mare) questa diventa tutta marrone: nell’altra provetta, quella senza Corexit, il petrolio continua a rimanere tutto in superficie.

L’effetto di petrolio, acqua e Corexit nella provetta corrisponde esattamente a quello che i sub vedono durante le immersioni (non autorizzate) nel Golfo del Messico.

E quali sono gli effetti del corexit sulla salute umana?

La Bp continua a dire che il Corexit non provoca danni, tuttavia dal mondo della scienza si levano numerose voci preoccupate a proposito degli effetti del Corexit. Eccone una: Susan Shaw, tossicologa marina, in un’intervista alla CNN.

Questa sostanza, spiega, penetra nella pelle e nelle cellule di ogni creatura vivente che attraversa il mix di acqua, petrolio e disperdenti, portando con sè anche il petrolio frammentato in minuscole goccioline che quindi penetra esso stesso nelle cellule animali.

Del resto, altri ricercatori hanno provato che il petrolio è entrato nella catena alimentare sotto forma di minuscole goccioline “incorporate” dal 41% delle larve dei granchi, di cui si cibano molti animali: una volta entrato nell’organismo, il petrolio non sparisce ma si accumula, e gli accumuli più alti, ovviamente, sono nei predatori al vertice della catena alimentare.

In ecologia questo fenomeno viene chiamato biomagnificazione, cioè un aumento della concentrazione di sostanza nociva al crescere del livello della catena alimentare.

E a proposito della salute umana, ancora Susan Shaw. Dice di aver parlato con un pescatore di gamberi (evidentemente lavora in una delle aree del Golfo del Messico in cui la pesca ancora non è vietata) che si era accidentalmente bagnato di acqua di mare durante il lavoro: costui, riferisce Susan Shaw, ha avuto mal di testa per tre settimane, spasmi muscolari, palpitazioni ed emorragia rettale.

Qualcuno dovrebbe impedire di usare il Corexit, che rischia quasi di fare più danni rispetto allo stesso sversamento di petrolio.


Lo Staff di Rete Clima®