MIT: non esistono depositi sicuri per le scorie nucleari

Torniamo al rapporto del MIT The Future of the Nuclear Fuel Cycle, di cui abbiamo già parlato qui.

Tra le varie analisi, nel report il MIT prende atto che ancora oggi non esiste un sistema efficiente e definitivo per lo smaltimento delle scorie nucleari, che il confinamento sottoterra si è dimostrato impraticabile in tutti i Paesi del mondo (Germania compresa) e che nessuno ha finora trovato una alternativa definitiva: l'unica soluzione logica è quella di conservare le scorie in superficie, accumulandole finché non si troverà una via praticabile.

Così spiega Greenreport: “In definitiva, quella che propone la MIT Energy Initiative è un autentico cambiamento di paradigma culturale. Finora si è detto: il rischio scorie nucleari non esiste, perché abbiamo una soluzione definitiva, il deposito geologico. Da oggi, sostengono "quelli di Boston" occorre dire: riconosciamo che il rischio scorie esiste. Riconosciamo i nostri limiti nel gestirlo. Conviviamo con le scorie nucleari che non sappiamo come trattare. Certi che in futuro una soluzione affidabile sarà trovata”.

Il MIT, di fatto, smentisce quindi decisamente le rassicurazioni sull'assoluta sicurezza dei depositi sotterranei, che pure in questi giorni ci vengono presentati come l’unica strada sicura anche in ambito nazionale.

E’ infatti di qualche giorno fa la pubblicazione sul sole24ore della mappa delle zone italiane ritenute "idonee" allo stoccaggio delle scorie nucleari, secondo gli studi della Sogin, destinati ad ospitare i depositi sotterranei delle scorie radioattive delle nostre future centrali.

A seguito delle molte polemiche, si ricorda che il Sole ha pubblicato una mappa più dettagliata delle aree idonee ai nuovi impianti sotterranei di stoccaggio, di 300 ettari cadauno (in quanto saranno realizzate anche compensazioni ambientali per "addolcire" la cittadinanza residente nelle aree contigue).

Oltre alle scorie ecco altro cemento sul territorio.

 

Lo Staff di Rete Clima®