L’efficienza energetica costa molto meno del nucleare (ed è più sicura)

Un recente studio di Cremonini Consulenze presentato in occasione del seminario promosso dall'Adiconsum sul tema “Efficienza energetica e fonti rinnovabili: bilanci e prospettive” sostiene che se si accrescesse l’efficienza delle case italiane, oggettivamente “sprecone” (con un fabbisogno energetico che può anche superare i 200 kWh/mq*anno) si potrebbe risparmiare ogni anno una quantità di energia pari a quella prodotta da 7 centrali nucleari da 730 MW.

Infatti la perdita di energia ogni anno in Italia ammonta a 15 milioni di tonnellate di petrolio all'anno, uno spreco che incide sulla bolletta energetica per 16,3 miliardi di euro: solo la metà, il 49% dell'energia che viene consumata nella case è veramente utile per illuminare e riscaldare.

Eppure il Governo vuole promuovere il nucleare e non quell’efficienza energetica domestica “facilmente” raggiungibile attraverso nuovi impianti per la generazione e la distribuzione domestica di energia termica, la coibentazione, il cambio di infissi e serramenti.

Per risparmiare bisogna inizialmente spendere, è ovvio, ma secondo il report di Cremonini Consulenze risparmiare 1 kWh/anno comporta un investimento pari a 1,8 euro mentre mantenere gli sprechi e produrre 1kWh/anno con pannelli fotovoltaici comporta un investimento di 5 euro.

L’alternativa ancora più costosa e più anti ecologica è mantenere gli sprechi, non installare i pannelli fotovoltaici e consumare energia prodotta da centrali nucleari, che questo Governo vuole irragionevolmente costruire.

Il motivo di questa irragionevole ostinazione? A nostro giudizio risiede nella diversa distribuzione dei benefici economici legata alle due diverse strade.

Promuovere l’efficienza energetica significa dare lavoro ad una moltitudine di artigiani, muratori, impiantisti sul territorio locale, dentro piccoli investimenti diffusi affidati alla contrattazione spontanea.

Costruire centrali nucleari significa –invece- assegnare pochi mega appalti ai grandi gruppi industriali nostrani, che possono così gestire enormi capitali per interventi la cui utilità per la collettività diventa addirittura irrilevante.

Con una doppia fregatura per l’artigiano sotto casa, il quale non solo non riceverà il lavoro di riqualificazione energetica delle case del proprio paesello, ma –in quanto cittadino- si troverà a dover pagare attraverso le proprie tasse le pericolose ed inutili centrali nucleari nostrane.

Infatti è ormai assodato in tutto il mondo che le centrali nucleari necessitano dell’intervento pubblico per essere costruite, sebbene da noi ancora si cerchi di sostenere che le future centrali nazionali saranno costruite con investimenti privati.

E’ necessaria la chiarezza, per evitare che le cose evolvano davvero così.

 
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Lo Staff di Rete Clima®