Morte in culla per il rinascimento nucleare in USA

Il World Nuclear News (Wnn), l'agenzia delle multinazionali e delle imprese statali del nucleare, scrive una notizia importante: “I piani per costruire nuovo nucleare negli Usa subiranno un ritardo a causa di una mancanza di domanda di energia elettrica, secondo il capo della Energy Nuclear Institute (Nei)”.           (…)

La recessione economica, insieme al calo del prezzo del gas naturale, ha portato i prezzi energetici a scendere a livelli molto inferiori a quelli precedentemente previsti. Il Paese deve ora affrontare una situazione simile a quella di 15 anni fa, durante la quale si sono realizzati impianti a gas per 320 GW, rispetto a un totale di soli 20 GW di altre forme di produzione di energia. Il gas sta per diventare la parte dominante delle nuovi fonti di approvvigionamento”.

Si consideri –tanto più- che i progetti dei nuovi 22 reattori nucleari statunitensi sono attualmente sottoposti ad un'attenta revisione da parte della Nuclear regulatory commission (Nrc), e Fertel (Presidente e capo dell’ufficio esecutivo del Nuclear Energy Institute) è convinto che nemmeno l'industria nucleare si aspetta di costruire centrali e reattori nel prossimo futuro: “Se entro il 2020 iniziasse la costruzione da 4 o 8 reattori, questo sarebbe un avvio positivo per la costruzione di nuovo nucleare”.

La cosa divertente è che la lobby nucleare sta fondando molte delle sue pretese nucleari sulla lotta al climate change (verso cui il nucleare non è comunque utile): anche il sito del NEI è un chiaro esempio di come, per poter sopravvivere, il nucleare cerchi di proporsi come energia pulita e “climaticamente compatibile”, dopo che il cambiamento climatico per lungo tempo è stato negato e sbeffeggiato dalla solita lobby nucleare.

Fertel: “L'obiettivo del Paese di ridurre le emissioni di anidride carbonica dell'80% entro il 2050 non può essere raggiunto senza una quantità significativa di nucleare. Solo così vedremo andare avanti in maniera significativa la sua realizzazione”.

Esattamente il contrario di quello che dicono gli ambientalisti negli USA ed in tutto il Mondo, chiedendo una ragionevole (oltre che rapida) uscita dalla dipendenza dal petrolio e da tutte le altre energie non rinnovabili. Nucleare compreso.


Lo Staff di Rete Clima®