Nestlè e Greenpeace: la campagna “Kit kat killer” è stata efficace

Alla fine la  Nestlé (multinazionale alimentare) ha dovuto cedere alle ragioni di Greenpeace ed alla sua campagna “Kit kat killer” (ne avevamo parlato qui): Nestlè ha infatti annunciato che nei suoi prodotti non userà più olio di palma, coltivato su terreni spesso legati alla  distruzione delle foreste tropicali (escludendo dai fornitori coloro che sono coinvolti in  tali attività collegate alla deforestazione).

L'olio di palma è infatti usato in abbondanza per la produzione di alimenti, per cosmetici e per i biocarburanti: la sua produzione è però spesso realizzata su terreni agricoli ottenuti da deforestazione delle foreste del Sud-Est asiatico. Come già detto anche da questo sito, Greenpeace aveva realizzato una efficace campagna mediatica accusando Nestlé di utilizzare olio di palma nei propri prodotti, la cui produzione industriale (insieme a quella della carta) è la principale causa della deforestazione delle aree verdi del Sud Est Asiatico.

Chiara Campione (Responsabile della campagna Foreste di Greenpeace): “Siamo felici della decisione di Nestlé di concedere un break agli oranghi e alle foreste e ringraziamo le decine di migliaia di persone che in Italia ci hanno aiutato, con messaggi e altre forme di attivismo sul web, a raggiungere questo importante obiettivo: adesso, è necessario che l'esempio di Nestlè venga seguito anche dalle altre aziende europee” (ad onor del vero anche Coop ha già escluso l’utilizzo di olio di palma dai prodotti a proprio marchio).

Sempre a proposito di Greenpeace, va riportata la sua protesta al Salone del libro di Torino (con occupazione dello stand della Feltrinelli) e la contestuale presentazione della classifica “Salvaforeste” degli editori italiani, che evidenzia le attività virtuose (o poco virtuose) dell’editoria italiana nell’ambito della salvaguardia delle grandi foreste del mondo.  


Lo Staff di Rete Clima®