Quanto valgono i servizi ecosistemici globali? Molto più del Pil!

Quanto valgono i servizi ecosistemici globali? Molto più del Pil!

Quanto valgono i servizi ecosistemici ed ambientali?

I servizi ecosistemici sono i servizi che i sistemi naturali svolgono a favore dell'uomo, anche definibili come i "molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano" (MEA, 2005) - clicca qui per approfondimenti.

Lo studio scientifico "Changes in the global value of ecosystem services", pubblicato nel 2014 su Global Environmental Change, ha fornito una interessante stima del valore dei servizi ecosistemici e del cambiamento dell'uso del suolo nel periodo compreso tra il 1997 e il 2011.

Un precedente studio del 1997 aveva stimato che il valore complessivo dei servizi ecosistemici globali nel 1995 equivalesse a circa 33 trilioni di dollari all’anno, pari a circa 46 trilioni di dollari se rapportato al valore della moneta statunitense nel 2007, pari a 48,7 trilioni rapportati al valore del dollaro nel 2014.

Il team internazionale cha ha sviluppato il più recente studio del 2014, coordinato dell’Australian National University, ha invece corretto al rialzo questi precedenti valori: utilizzando gli stessi metodi analitici dello studio del 1997 con dati aggiornati, il nuovo studio ha stimato che il valore totale dei servizi ecosistemici globali nel 2011 è stato pari a 125 trilioni di dollari/anno, pari a 142,7 trilioni/anno se rapportati al valore del dollaro Usa del 2014.

Servizi ecosistemici e Pil

Rispetto ai valori sopra indicati si può quindi stimare che i servizi ecosistemici contribuiscano quindi al benessere umano per una quota equivalente a circa due volte il valore del Prodotto Interno Lordo (Pil) mondiale (pari a 77,86 trilioni di dollari all'anno nel 2014) ed equivalente a circa 8 volte il valore del prodotto economico annuale negli USA (pari a 17,52 trilioni/anno nel 2014).

Jeff Spross, di Think Progress commenta così: "Le diverse misurazioni del capitale naturale e dei servizi ecosistemici, oltre alle revisioni regolari di quelle cifre, mostrano che questo campo di conoscenza è ancora molto in evoluzione. Ma l’ampiezza delle misurazioni suggerisce che il Pil in realtà è una misurazione grossolanamente inadeguata quando si tratta di dirci cose significative riguardo alla sostenibilità e al benessere di una società".

A partire da questi calcoli i ricercatori hanno stimato -al contrario- la perdita di servizi ecologici tra il 1997 e il 2011 causata dal cambiamento di uso del suolo in 4,3 – 20,3 trilioni di dollari/anno.

Secondo il team di ricerca: "La valutazione dei servizi ecosistemici (in qualsiasi unità di misura economica) non equivale alla loro trasformazione in commodities o alla loro privatizzazione. Molti servizi ecologici è meglio considerarli beni pubblici o come un pool di risorse comuni; così, i mercati convenzionali spesso non sono i migliori quadri istituzionali per la loro gestione. Tuttavia, questi servizi devono essere (e sono stati) valutati economicamente, e abbiamo bisogno di nuovi asset istituzionali comuni per prendere meglio in considerazione questi valori".

Perchè valutare economicamente i servizi ecosistemici?

I servizi ecosistemici sono tanto vitali per l'uomo quanto poco valutati a livello economico: ma se non vengono quantificati a livello economico e non vengono scambiati sui mercati, restano così in larga parte "invisibili" e sottovalutati dai mercati e dalla politica.

E quindi il valore di tali servizi non viene internalizzato nei costi produttivi, o nella tassazione generale, o in alcuna altra forma di pagamento: la sfida allora è quella di cercare di rendere il valore degli ecosistemi naturali visibile ai mercati.

Parlando di CO2, il Social cost of carbon (Scc) è un tentativo di "prezzare" queste emissioni climalteranti in modo da offrire ai policymakers uno strumento di riferimento per dimensionare i costi da imporre agli emettitori di gas serra quando si progettano sistemi di cap-and-trade, di carbon tax o di norme ambientali similari.

La quantificazione dei valori dei servizi ecosistemici è però complessa e si discosta dagli strumenti economici classici finalizzati alla (precisa) valutazione degli stock economici e dei flussi finanziari in dollari. Ad oggi, per esempio, non è ancora possibile "dare un prezzo" ad una grande serie di aree o risorse o ecosistemi naturali. Jeff Spross: "Questo è un problema perché, nei mercati capitalistici, i prezzi sono il segnale che sappiamo quanto grande è lo stock di capitale che abbiamo, o quanto possiamo perdere con una particolare decisione,  o quanto sia grande il flusso di servizi che stiamo (o potremmo) ottenere da quel capitale".

Anche qualora il capitale sia naturale, il cosiddetto "capitale naturale".

Questa incertezza si inquadra peraltro in un contesto di sovrasfruttamento degli ecosistemi e di perdita del capitale naturale. Dagli anni '70 del secolo scorso siamo infatti in una condizione di Overshoot (sovrasfruttamento) ecologico, consumando annualmente più risorse di quanto il Pianeta possa ricostituirne:

Quindi, se il capitale naturale è in diminuzione, anche il flusso di servizi ecosistemici che esso fornisce è conseguentemente in calo.

Conclusioni

Lo studio oggetto di questo articolo ha ricevuto diverse contestazioni relativamente al fatto che utilizza metodologie di valutazione ancora non accurate ed al fatto che non è necessariamente corretto esprimere il valore ecosistemico in termini economici (considerando anche che ecosistemi valutati come "poveri" rischierebbero di non essere protetti proprio in quanto ritenuti di scarso valore economico).

Crediamo tuttavia si tratti di un passo significativo per rendere concreto e comprensibile il valore ecosistemico, anche se "solo" su base economica, un passo nella direzione della protezione del capitale naturale.

Lo Staff di Rete Clima

Per approfondimenti: Putting a Price Tag on Nature’s Defenses