MIT e NYT: nucleare costoso ed insicuro

Il MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha emesso un aggiornamento di un report del 2003 a illustrazione delle prospettive del settore nucleare, dal titolo Update of the Mit 2003 Future of Nuclear Power. Secondo il report l’energia nucleare è sempre più cara: negli ultimi cinque anni il costo di costruzione degli impianti è raddoppiato, tanto che ora il costo di installazione del kW nucleare è passato da circa 2.000 $/kW ai circa 4.000 $/kW.

A portare questi dati non è un ente anti-nuclerare, anzi: questa riflessione è importante per sottolineare che la notizia proviene data proprio da chi le centrali le sostiene. Proprio in questa logica il Mit sostiene che se non si interviene in maniera sostanziale l’energia nucleare rischia di diventare un’opzione non appetibile. Il report constata innanzitutto che dal 2003 non sono più entrate in funzione centrali nucleari e che ci vorrà del tempo prima di ultimare le 44 centrali nucleari in costruzione in 12 Paesi.

La causa è essenzialmente il costo degli impianti, raddoppiato in questi ultimi 6 anni. Anche il costo delle centrali alimentate da combustibili fossili è aumentato, dice il Mit, ma non così bruscamente; Al netto degli oneri finanziari, che sono tuttavia pesanti, le stime del costo di costruzione delle centrali nucleari sono passate da 2.000 a 4.000 dollari per Kilowatt.

 

Ma il Governo Italiano si è buttato con forza sul nucleare in virtù di un accordo nucleare con la Francia, e se non si cambia strada saranno le tasche dei contribuenti a dover far quadrare i conti, come spesso capita in Italia. Tanto più, conti da pagare nel campo di un investimento nucleare con impianti a bassa sicurezza: lo ha sostenuto anche il New York Times a proposito dei reattori EPR che l’Italia vuole costruire sul territorio nazionale. Del resto, basta considerare ciò che accade nel cantiere di Olkiluoto, in Finlandia, e osservare i probemi del reattore Epr qui in costruzione: costi e tempi in crescita, sicurezza in decrescita.

 

Ma perché non puntare ben più saggiamente alle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico?

 

PV