Quarto conto energia: azione legale contro lo Stato Italiano per risarcimenti economici

Un gruppo di aziende investitrici nelle energie rinnovabili hanno recentemente avviato una azione legale per ottenere un risarcimento di 500 milioni di euro contro lo Stato italiano in riferimento al taglio retroattivo degli incentivi al fotovoltaico.

Si tratta di AES Solar Energy BV, Akuo Energy Sas, Fotowatio Renewable Ventures, Martifer Solar S.A., Siliken S.A. Solarig N-Gage S.A. e Wurth Solar GmbH & co. KG, che hanno inoltrato alle questa richiesta alla Commissioni Industria, Ambiente e Attività produttive mediante i legali dello studio Bonelli Erede Pappalardo, che rappresenta il gruppo di operatori stranieri nel procedimento legale avviato contro lo Stato italiano.

Nel mirino le norme contenute nel Quarto Conto Energia dato che, per il gruppo di investitori esteri, il decreto recentemente firmato dai ministri Prestigiacomo e Romani: "E' la conferma di come il quadro normativo sia drasticamente cambiato e si riveli del tutto penalizzate per chi, facendo affidamento sul Terzo Conto Energia, ha intrapreso investimenti per il 2011 e il primo trimestre del 2012 sostenendo costi per oltre 500 milioni di euro".

In contrasto, peraltro, con le indicazioni del Trattato sulla Carta dell’Energia di Lisbona, il quale stabilisce l’obbligo di creare condizioni stabili, eque, favorevoli e trasparenti per gli investitori di altri Stati che effettuano investimenti nel territorio comunitario, vietando misure discriminatorie che possano pregiudicarne il mantenimento e la gestione.

Gli operatori esteri lamentano ”di aver avviato in Italia importanti investimenti nel settore dell’energia solare, sulla base di un quadro normativo perfezionatosi nell’agosto del 2010 ma che a soli 3 mesi dalla data in cui ha iniziato a spiegare la sua efficacia e’ stato completamente disatteso dal Governo Italiano ed a breve potrebbe essere sostituito da un provvedimento quale il Quarto Conto Energia dai contenuti fortemente peggiorativi, retroattivi e discriminanti”.

Non si sa cosa sperare: la vittoria di questa –giusta- causa magari può cambiare le cose, ma comporterà un risarcimento che dovrà pagare lo Stato, cioè tutti noi cittadini-contribuenti.

Infatti, scrivono nella lettera il professor Luca Radicati di Brozolo e l’avvocato Catia Tomasetti: “In caso di soccombenza dello Stato italiano gli importi richiesti dovranno essere versati ai ricorrenti dallo Stato stesso e dunque graveranno in ultima analisi sui cittadini che, peraltro, si vedranno anche privati dei benefici che sarebbero derivati dagli investimenti pregiudicati”.

 

Lo Staff di Rete Clima®