Registro italiano dei crediti di carbonio forestali: al via il Registro Nazionale affidato al CREA

Registro italiano dei crediti di carbonio forestali: al via il Registro Nazionale affidato al CREA

Lo scorso 17 ottobre 2025 è stato firmato il decreto interministeriale che da il via al nuovo Registro nazionale dei crediti di carbonio volontari generati dal settore forestale, affidato al Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) quale ente gestore. 

Cosa sono i crediti di carbonio?

crediti di carbonio, o carbon credits, rappresentano un strategia sostenibile orientata alla promozione di progetti di tutela ambientale e climatica, con l'obiettivo di riduzione o di assorbimento dei gas ad effetto serra, cioè i gas responsabili del riscaldamento climatico globale.

In particolare, per quanto riguarda gli specifici crediti di cui al Decreto, questi corrisponderanno ad 1 tCO₂ sottratta all’atmosfera e stoccata nella biomassa forestale grazie a progetti forestali ad hoc certificati e controllati da enti terzi accreditati, secondo modalità analoghe a quelle già in vigore per la certificazione dei prodotti biologici o similari.

registro italiano crediti di carbonio

Le linee guida del decreto

Secondo il Comunicato stampa rilasciato nelle scorse ore dal CREA, le linee guida collegate al Decreto definiranno i criteri per il riconoscimento, la certificazione e la tracciabilità dei crediti di carbonio derivanti da progetti forestali volontari

Secondo tali anticipazioni:

  • i progetti forestali collegati alla generazione dei crediti di carbonio dovranno avere una durata minima di 20 anni, a garanzia della permanenza nel tempo dello stock di carbonio forestale;
  • tali progetti dovranno essere addizionali, quindi apportare benefici aggiuntivi rispetto agli obblighi normativi di conservazione e di protezione già presenti per le foreste nazionali;
  • i crediti generati da questi progetti, e questo è l'aspetto certamente più "critico" ma tecnicamente molto corretto, potranno essere cedibili a terzi solo dopo un periodo di almeno 5 anni dall'iscrizione al Registro.

I crediti potranno quindi generare valore per proprietari, comunità locali e Stato, contribuendo alla tutela dei boschi e allo sviluppo delle aree interne del Paese.

registro italiano crediti di carbonio

Cosa cambierà nel prossimo futuro

Queste le principali novità che provvisoriamente cogliamo:

  • con l’integrazione al SINFor, ci si attende che il Registro sia pienamente funzionante entro il 2026,
  • il sistema dovrebbe aprirsi a proprietari forestali, gestori, consorzi e soggetti aggregatori che intendono valorizzare le superfici boschive italiane (oltre 10 milioni di ettari) rendendole attive nella lotta al cambiamento climatico e andando quindi a generare maggiore partecipazione,
  • grazie a metodologie, certificazioni, verifiche esterne accreditate e tracciabilità dei crediti di carbonio, le imprese avranno maggiore certezza nell’acquisto,
  • oltre all’assorbimento di CO₂, i progetti forestali prevedono benefici per le comunità locali, la biodiversità e lo sviluppo delle aree interne italiane. 

Conclusioni

L’Italia può contare su oltre 10 milioni di ettari di boschi, un patrimonio naturale straordinario che oggi può diventare protagonista della lotta al cambiamento climatico.

Con l’avvio del Registro nazionale dei crediti di carbonio forestali, queste superfici potranno trarre beneficio dalle azioni virtuose delle imprese che scelgono di investire in progetti ambientali concreti, contribuendo alla tutela del clima ed al miglioramento del nostro patrimonio verde.

E' ragionevole affermare il fatto che saranno avvantaggiate le aree forestali già certificate secondo standard forestali PEFC, i quali richiedono una specifica GFS (Gestione Forestale Sostenibile) ma che già oggi permettono la generazione e la commercializzazione dei Crediti di Sostenibilità a favore dei proprietari delle aree certificate.

Un nuovo modello di collaborazione tra pubblico, privato e territorio, in cui il valore ecologico delle foreste italiane diventa anche un valore economico e sociale, generando impatti positivi per tutti.

Si noti che l’istituzione di un registro nazionale dei crediti di carbonio volontari, oltre all'istituzione di linee guida per la commercializzazione di crediti di carbonio volontari in Italia, erano attesi da tempo.

Le prime proposte risalgono infatti al 2009 a seguito del lavoro dell’allora INEA (oggi CREA), in collegamento con il nascente Nucleo Monitoraggio del Carbonio presso il CREA e con le linee guida costituite dal "Codice Forestale del Carbonio", a cui anche Rete Clima ha storicamente collaborato allo sviluppo.