(Report dei Lloyd’s) “Sicurezza e sostenibilità dell’energia: rischi strategici e opportunità di business”


L’incidente nel Golfo del Messico ha reso evidenti i rischi di estrarre un petrolio sempre più scarso (qui l’articolo: “Il petrolio del picco: remoto, costoso, insicuro").

Un recente report curato dal gruppo assicurativo Lloyd’s con il think tank Chatham House ("Sustainable Energy Security: Strategic Risks and Opportunities for Business") avverte come i costi economici ed ambientali delle fonti fossili si rivelino sempre più insostenibili: il report riflette –infatti- sul fatto che con il petrolio sempre più scarso si deve ricorrere alle riserve più difficili da sfruttare, ed i rischi necessariamente aumentano. Il low-carbon costituisce allora l'unica soluzione per la sicurezza energetica del futuro.

Antony Froggatt (uno degli autori del report) nel presentare il documento cita il disastro della Deep Horizon dicendo che l’episodio “ha ampiamente dimostrato come la domanda energetica e la ristretta disponibilità di alcuni combustibili fossili convenzionali ponga rischi crescenti per la sicurezza energetica dell’ economia mondiale”.

Con il petrolio sempre più scarso, spiega il report, i rischi economici ed ambientali per estrarlo aumentano e, aggiunti agli effetti sul riscaldamento globale e all’incertezza sulle politiche per contrastarlo, rendono sempre più insostenibili gli investimenti: nel futuro imminente dipinto dal report c’è un supply crunch petrolifero (ossia una produzione troppo scarsa rispetto alla domanda) con relativa impennata dei prezzi. Noi preferiamo chiamare questo fenomeno “picco di petrolio”, e ne abbiamo già parlato qui, quiqui e qui.

Le conclusioni e le raccomandazioni del report a governi ed investitori sono di quelle che qualche anno fa si leggevano solo nei report di associazioni ambientaliste, magari bollati come “retrogradi” o “contro il progresso”, ma che ultimamente sembrano condivise da una parte crescente del mondo del business.

Il report ricorda che le aziende farebbero bene a ricordarsi dell’impennata dei prezzi del petrolio del 2008 e a preparasi di conseguenza cercando la strategia più efficace per affrontare il problema sul breve termine investendo in fonti energetiche pulite e investendo in efficienza energetica. Il report ribadisce come la questione della sicurezza energetica possa essere affrontata solo abbandonando gradualmente i combustibili fossili.

Essenziali e strategiche per i sistemi economici sono –quindi- le politiche che possono favorire la transizione energetica verso fonti pulite: si tratta di una vera e propria “terza rivoluzione industriale” dell’energia, verso un futuro low carbon (un mercato che, da qui al 2050, il report prevede ammonterà a circa 500 miliardi di dollari all’anno).

E’ però anche necessario ricordare come questa “rivoluzione” potrebbe incontrare alcuni ostacoli come quello della carenza di alcuni metalli rari o avere alcune ricadute ambientali negative, ma che presenta oggettivamente la nuova opportunità economica del futuro. 


Lo Staff di Rete Clima®