Report di APER: la rete italiana supporta con difficoltà la produzione elettrica rinnovabile

L’energia eolica potrebbe dare all’Italia un contributo importantissimo per la produzione elettrica a basso impatto ambientale……se solo non venisse dispersa in quantità a causa di un rete di trasmissione elettrica poco capace di accogliere e vettoriare la produzione!

Lo studio “Rete e vento – Lo sviluppo della rete elettrica italiana per la connessione e l’integrazione della fonte eolica” realizzato dal Centro Studi di Aper stima la notevole quantità di energia dispersa nelle principali aree di produzione eolica a causa delle scarse capacità di trasporto delle linee ad alta tensione.

Marco Pezzaglia (Direttore scientifico del Centro Studi APER): “Il rapporto presenta i dati relativi alla connessione degli impianti eolici alla rete elettrica nazionale ed al suo potenziamento finalizzato all’integrazione dell’energia eolica, nel decennio dal 2000 al 2009 con l’obiettivo di ricostruire un quadro il più fedele ed oggettivo possibile della situazione, descrivendone dettagliatamente l’evoluzione ed evidenziando le cause che hanno portato alla condizione attuale, in cui in molte aree la rete elettrica si dimostra inadeguata a raccogliere e trasmettere la sempre maggiore energia proveniente dalle cosiddette wind farm”.

Giusto per fare un esempio, l’area dell’Appennino meridionale è stata soggetta ad una “mancata produzione” da fonte eolica di circa 700 GWh/anno, pari a ¼ dell’energia che si potrebbe generare.

Secondo Silvana Stefani (Docente all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e Presidente del Comitato Scientifico del Laboratorio Energie Rinnovabili di EnergyLab): “La generazione distribuita da fonti rinnovabili trasforma la rete da passiva ad attiva e richiede l’adozione di nuove logiche di sviluppo e di gestione. Con l’avvento delle smart grids si potrà integrare in modo efficiente la microgenerazione, consentire una migliore integrazione delle risorse distribuite e ridurre le perdite di rete, riducendo nel contempo le emissioni”.

E’ necessario investire in un futuro energetico verde, e non nel superato e rischioso nucleare.

 

Lo Staff di Rete Clima®