Sole24Ore critico contro il nucleare

E’ una notizia: il Sole24ore è andato contro il sua tradizionale linea di appoggio al nucleare. Ieri il quotidiano milanese ha pubblicato un pezzo di due giornalisti esperti in energia, Giliberto e Rendina, secondo cui il nucleare è un cattivo affare.

Dall’articolo: “L'energia atomica come quella progettata per il ‘rinascimento nucleare’ in Italia chiede investimenti decisamente impegnativi, non meno di 5 miliardi per ogni reattore, in cambio di uno sconto sui costi di produzione dell'elettricità capace di regalare a lungo termine un vantaggio che appare in via teorica piuttosto significativo”.

L’articolo continua: “Ma ci sono due variabili che, accanto ai parametri finanziari del capitale necessario, possono spostare molto la soglia di convenienza per un programma atomico che partisse da zero. Le variabili determinanti sono i tempi (la costruzione e la messa in marcia) e i prezzi del mercato elettrico quando la centrale futura potrà davvero andare a tutto vapore: le tecnologia concorrenti potrebbero essere più competitive. Commento unanime di tutti gli esperti: il vero nemico dell'energia nucleare è l'incertezza. La politica ondivaga italiana è più dannosa sui costi e sull'efficacia di un programma atomico più di tutti i ribellismi antinucleari”.

"Al di là delle valutazioni di merito, una politica di continuità è evidentemente una condizione fondamentale per un progetto di tale enorme portata, insieme ai finanziamenti.

Ancora non si capisce da dove veramente dovrebbero arrivare i soldi: se, come ha sempre sostenuto il governo, lo Stato metterà un solo euro, quali saranno i privati disposti ad investire in un progetto zoppicante e osteggiato da una larga parte dell’opinione pubblica nazionale?

Senonchè la garanzia di rimborso per tutti i potenziali investitori già anticipata da un esponente del Governo (Saglia, ne parlavamo qui) potrebbe spingere diversi soggetti industriali ad un investimento “di forma” in un progetto industriale “di forma”, nella certezza di un sicuro rimborso a fronte di un sicuro abbandono del progetto.

Tornando al Sole24Ore, questo sottolinea come le emissioni di CO2 degli impianti nucleari (il “pretesto ecologico” dell’investimento) non sono nulle, ma circa il 30% di una centrale a gas; che nel 2020 l'offerta di uranio sarà insufficiente per soddisfare la domanda delle centrali; che sia sul piano tecnologico sia su quello della sicurezza ci sono ancora grandissimi punti interrogativi; che uno sviluppo del piano nucleare rallenterà lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Insomma, nucleare come fallimento industriale, su tutta la linea: tutto questo proprio mentre il nucleare è l’unica risposta che il Governo sa dare al Presidente Napolitano che pubblicamente si preoccupa per la mancanza di un piano industriale nazionale di lungo periodo.

Che desolazione.


Lo Staff di Rete Clima®