Studio Ecf: Europa rinnovabile

 Il recente Rapporto Roadmap 2050: a practical guide to a prosperous, low-carbon Europe realizzato dall'Istituto McKinsey & Company, l'Imperial College di Londra, l'Oxford Economics, e il Centro ricerche sull'energia dei Paesi Bassi rappresenta uno degli strumenti di analisi più completi sull'economia delle energie pulite mai apparsi finora: il report analizza le varie opzioni per un futuro sistema energetico europeo senza combustibili fossili entro il 2050.

Lo studio è stato commissionato al gruppo di ricerca dall'European climate foundation (Ecf), che si è avvalso della consulenza di numerose grandi compagnie elettriche nell’ambito delle simulazioni circa un futuro sistema attuabile ed affidabile, caratterizzato da una generazione elettrica al 100% da fonti rinnovabili: che –oltre alle notevole ricadute ambientali- permetterebbe una riduzione dei costi per l'importazione dei combustibili fossili ed una maggiore indipendenza energetica dall’estero.

Il Rapporto sostiene che se l’UE vuole raggiungere il proprio obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra (20 per cento entro il 2020 rispetto al 1990, creando così i presupposti per ottenere un taglio dell’80 per cento entro il 2050) dovrà spendere 30 miliardi all’anno nei prossimi cinque anni nelle energie rinnovabili. Ma l’investimento porterà i suoi frutti, grazie al crollo del 60 per cento dell’importazione di combustibili fossili e al calo della bolletta energetica a partire dal 2020. Secondo i calcoli del report investire ora costa meno che rinviare la spesa: attendere per cominciare a lavorare per l'elettricità a zero emissioni aumenterebbe il costo annuo degli investimenti a 65 miliardi di euro nel 2025, più del doppio di quanto occorre ora, e 90 miliardi nel 2035.

Ma il rapporto dice che l'Europa potrebbe contare sulle fonti rinnovabili per tutta l’elettricità di cui ha bisogno, se può sfruttare il solare prodotto altrove, ad esempio in Africa, come prevede il progetto Desertec e l’evoluzione delle tecnologie per la geotermia. La fondazione sollecita la messa a punto di misure per l’installazione generalizzata dei panelli solari sui tetti della case europee, l'uso delle pompe di calore, e la sostituzione del parco auto attuale con almeno 200 milioni di auto elettrice e a celle di combustibile.

Lo sviluppo di nuove tecnologie energetiche potrebbe costare fino a 3mila miliardi di euro in 40 anni, si legge nel rapporto, che chiede investimenti anche per migliorare le reti elettriche (smart grid) e per ridurre i rifiuti. Climate Foundation stima infine che gli investimenti aumenteranno le bollette, incidendo negativamente sul Pil europeo per uno 0,02 per cento fino al 2020.

Le associazioni ambientaliste da tempo sostengono che il futuro della produzione energetica deve essere sicuro e "carbon free", ma ora a queste voci si aggiunge un autorevole report di un importante istituto finanziario. Il Report mostra come la fornitura al 100% di energia rinnovabile costerebbe appena il 5-10% in più rispetto ad altri percorsi comunque low-carbon, ma non comporterebbe i ben noti rischi dell'energia nucleare e dei combustibili fossili. Mariagrazia Midulla (Responsabile Clima ed energia del Wwf Italia): “Arriva una conferma inconfutabile alla nostra visione di un'energia rinnovabile al 100% per l'Europa del 2050, associata a forti investimenti per l'efficienza energetica alla riduzione dei consumi energetici: l'Unione Europea deve ora mettersi al lavoro e pianificare la sua strategia a lungo termine sulle fonti rinnovabili. Questo farebbe bene al clima, ci porrebbe fuori dai rischi legati all'energia nucleare e alla dipendenza dalle fonti fossili, ci garantirebbe l'autonomia energetica e garantirebbe un percorso energetico più efficace e accettabile dal punto di vista della sostenibilità”. E poi: “Il futuro dell'energia non è in una tecnologia rischiosa sotto il profilo ambientale e della sicurezza, non conveniente dal punto di vista economico e basata su una fonte esauribile entro pochi decenni come l'uranio. Il futuro è l'energia rinnovabile, e dopo aver segnato il passo per tanto tempo, l'Italia non deve perdere tempo in progetti che renderanno ad alcuni, forse, ma taglieranno fuori il Paese dall'economia del futuro”.

Di sicuro il costoso ed insicuro nucleare non può essere parte della soluzione ai problemi energetici nazionali.

 

SC