World Divestment Day: disinvestire dalle fonti energetiche fossili (per ragioni etiche, ambientali ed economiche)

World Divestment Day: disinvestire dalle fonti energetiche fossili (per ragioni etiche, ambientali ed economiche)

Oggi e domani si celebra il primo Fossil fuel divestment day, un appuntamento mondiale che celebra l’impegno di Associazioni ambientaliste, Ong, Cittadini ed Organizzazioni private di circa 50 paesi del mondo che si stanno mobilitando contro gli investimenti economici in fonti energetiche fossili.

Disinvestire, cioè togliere il sostegno finanziario a petrolio, carbone e gas, i principali responsabili del riscaldamento climatico in atto, una azione da realizzare in nome dell’etica, della responsabilità ambientale e della necessità di tutela del futuro delle prossime generazioni.

FossilFreeIl Global Divestment Day è parte della più ampia Campagna “Fossil Free”, che dal 2012 promuove il disinvestimento dalle fossili e che in poco tempo ha dato vita ad una sorta di movimento ambientale globale che sta conseguendo risultati importanti: dal 2012 al 2014 si calcola infatti che siano circa le 200 istituzioni globali (quali: Università, Associazioni, Istituzioni, Banche e Fondi d'investimento, Enti religiosi) che hanno deciso di partecipare alla campagna di disinvestimento, sottraendo circa 50 miliardi di dollari al settore delle fonti energetiche fossili.

May Boeve, Direttore Esecutivo di 350.org (parte della campagna Fossil Free): "Il movimento di disinvestimento sta già avendo un impatto enorme. In soli due anni, la nostra campagna è cresciuta, estendendosi da poche università a centinaia di istituzioni di tutto il mondo. Insieme, siamo riusciti a mettere in dubbio la liceità sociale del settore combustibili fossili, minandone il potere politico. Il Global Divestment Day celebrerà questo successo, aiutandoci ad iniziare un nuovo capitolo della storia di questo movimento in espansione."

Le richieste degli organizzatori della campagna sono insieme semplici e molto ambiziose:
• sospendere la ricerca di nuovi idrocarburi (una attività che peraltro vede crescere esponenzialmente negli ultimi anni i propri costi di esplorazione e captazione)
• cessare le pressioni e le azioni di lobbies sugli Stati per il mantenimento dei privilegi fiscali ed operativi per le Aziende del settore
• lasciare nel sottosuolo almeno l’80% delle riserve per evitare ulteriori danni al clima globale.

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Secondo gli organizzatori della Campagna "Fossil Free": "L’industria delle fonti fossili ha ammanettato il potere politico insieme al potere finanziario. Ma si dovrà confrontare con una tipo di potere diverso: quello dei movimenti, e il movimento di questo momento è per il disinvestimento. Attraverso il disinvestimento sfidiamo direttamente il consenso sociale di queste aziende, che operano in 'attività-furfanti' nella ricerca del profitto a spese di molte comunità e dell'ambiente.".

Payal Parekh, Global Managing Director di 350.org: "Nel corso del Global Divestment Day manderemo un messaggio chiaro al mondo: è giunto il momento di porre fine all'era dei combustibili fossili. Invece di finanziare il problema, abbiamo bisogno di iniziare a finanziare delle soluzioni, sotto forma di fonti di energia pulite e rinnovabili. Questa è l'unica vera soluzione per superare la crisi climatica."

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E’ interessante notare la sintonia di queste posizioni rispetto alle parole di Papa Francesco il quale, durante la conferenza stampa sull’aereo per Manila nell’ambito della sua recente visita pastorale nelle Filippine diceva: "Noi ci siamo un po’ impadroniti della natura, della sorella terra, della madre terra. Mi ricordo, voi avete già sentito questo, quello che un vecchio contadino una volta mi ha detto: “Dio perdona sempre, noi – gli uomini – perdoniamo alcune volte, la natura non perdona mai”. Se tu la prendi a schiaffi, lei lo fa a sua volta. Credo che abbiamo sfruttato troppo la natura; (…) Credo che l’uomo sia andato troppo oltre. Grazie a Dio oggi ci sono voci, ci sono tanti, tanti che parlano di questo".

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Ma le “voci” di preoccupazione arrivano, appunto, anche dal mondo economico, che si sta progressivamente rendendo conto degli importanti limiti –attuali e prospettici- delle fonti fossili, “integrando” l’aspetto etico delle campagne globali di disinvestimento con una attenzione puramente economico e di redditività nell’impiego dei fondi: una redditività che rischia di venire completamente annullata nel caso, in ragione di (logiche e necessarie) politiche climatiche, vengano posti limiti alla captazione delle fonti energetiche fossili dal sottosuolo.

In una recente lettera spedita alla Camera dei Comuni inglese, la Banca d’Inghilterra si interroga sul rischio economico della bolla del carbonio, portando ragionamenti che non si basano solo sull’etica quanto anche su ragioni prettamente economiche.

Ormai è chiaro: per le fonti fossili l'insostenibilità ambientale si somma ad una insostenibilità economica!

Mark Corney, Governatore della Bank of England, nella sua lettera parla infatti degli stranded asset legati alla 'bolla del carbonio', riferendosi al fatto che buona parte degli investimenti economici nel settore del carbone, petrolio e gas rischiano di rivelarsi disastrosi dal punto di vista economico a causa delle politiche di riduzione delle emissioni di gas serra e del progressivo e crescente processo di decarbonizzazione del sistema energetico globale.

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In coerenza con questa nuova consapevolezza, anche KLP (il più importante fondo pensione norvegese con un portafoglio di circa 73 miliardi di dollari) abbandonerà gli investimenti in carbone valutando se cedere anche gli investimenti nel petrolio e nel gas.

Restando in Norvegia, anche Norwegian Sovereign Wealth (l’importante fondo sovrano norvegese) ha recentemente dichiarato di aver disinvestito da 22 aziende dei settori carbone e petrolio da sabbie bituminose, a causa dell’alto rischio ambientale ed economico.

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Che dire allora? Che le spinte ambientali, etiche ed economiche finalmente convergono in direzione di scelte più sostenibili a livello ambientale, sociale ed economico: è un momento molto importante per chi da anni sostiene che le scelte "environmental-friendly" sono la logica (ed unica) strada che ci può consentire di avere un futuro su questo nostro pianeta.


PV per Rete Clima®

ps: la lista delle iniziative attuate a livello globale nell'ambito del "World Divestment Day" è consultabile sul sito Fossil Free.

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