Rapporto FAO: diminuita la produzione di cereali per gli effetti del riscaldamento climatico

Parlavamo qui e qui del rischio di crisi alimentare in conseguenza agli eventi climatici estremi di questa estate (quali alluvioni, siccità e incendi, sparsi qua e là nel Mondo).

Ma secondo il Fao Food Outlook (qui il relativo comunicato stampa), il rapporto sulle prospettive alimentari dell’organizzazione dell’ONU per l’agricoltura e l’alimentazione, la crisi alimentare non è più un rischio ma –purtroppo- una certezza, a causa di una diminuzione nella produzione di cereali e nel conseguente aumento di prezzo sui mercati internazionali.

Fino a qualche mese fa la Fao ostentava ottimismo sostenendo che i raccolti, seppur inferiori a quelli del 2009, potevano essere comunque interessante e che le scorte erano sensibilmente più alte rispetto al 2008, l’anno orribile del cibo: alla luce del rapporto di oggi possiamo dire che tutte queste indicazioni erano errate.

La Fao constata –infatti- che quest anno è attesa una diminuzione del 2% nella produzione di cereali (mentre fino a giugno era previsto un aumento dell’1%), ed in particolare stima che la produzione di grano nel 2010 diminuirà del 5%. I prezzi delle derrate alimentari sono dunque aumentati rapidamente, e sono ormai ad un soffio dai massimi toccati nel 2008.

Secondo la Fao, diminuendo la produzione si andranno evidentemente ad intaccare le scorte alimentari: quest anno le quantità di cereali immagazzinati nel mondo calerà del 7% (in particolare si stima che scenderanno del 12% le scorte del mais e del 10% quelle del grano).

Venendo a noi ed al ricco occidente, la prospettiva di crisi alimentare presentata dalla Fao ci tocca in un modo mediato ed indiretto, dato che la nostra quota di reddito per l’acquisto del cibo è limitata: il discorso è ovviamente molto diverso per il miliardo circa di persone che già ora soffre la fame e spende quasi tutto il proprio reddito per comperare il cibo.

Il rapporto Fao conclude affermando che i raccolti del 2011 saranno cruciali: con le scorte ormai basse un’altra annata cattiva si tradurrebbe in un disastro.

 

Lo Staff di Rete Clima®