Cambiamento climatico: concreto il rischio di un riscaldamento fino a + 4 gradi

Alla Cop 15 di Copenhagen del dicembre 2009 si parlava di un obiettivo di un aumento massimo di +2°C al 2050, ma già solo un anno dopo tale obiettivo non sarebbe più realistico.

Infatti, così come sostenuto in un articolo pubblicato sul sito della Royal Society e redatto da Mark New (Tydall Center for Climate Change), Diana Liverman (Università dell’Arizona), Heike Shroeder (Università di Oxford)e Kevin Anderson (Università di Manchester) la continua crescita delle emissioni ha reso l’obiettivo dei 2 gradi “estremamente difficile e probabilmente impossibile da raggiungere facendo crescere la probabilità di un innalzamento delle temperature tra 3 e 4 gradi entro la fine di questo secolo”.

Gli autori citano una serie di modelli: indicano tutti che il livello dei 2° verrà raggiunto tra il 2045 e il 2060, e poi differiscono sul riscaldamento successivo, comunque in una forchetta tra i 3 e i 4°.

Secondo i ricercatori: “Sulle aree emerse il riscaldamento eccederà di una volta e mezzo quello medio e sarà molto più elevato alle alte latitudini, fino a quattro volte nell’artico. Inoltre se le precipitazioni aumenteranno è prevista una riduzione nelle zone aride e semi aride”. L’innalzamento del livello del mare sarà compreso “tra 0.5 e 2 metri con un livello più probabile oltre il metro” ma va considerato il potenziale di innescare in maniera irreversibile lo scioglimento della calotta sopra la Groenlandia e parte dell’Antartide.

Con tutte le conseguenze temibili legate alle alterazioni dei flussi delle correnti oceaniche tra cui la Corrente del Golfo, che porta benefici climatici incalcolabili all'Europa.

E, in questa logica, c’è la questione dei costi per il solo adattamento ai cambiamenti climatici.

Per un mondo di “soli” due gradi più caldo rispetto all’epoca preindustraile, prima di Copenaghen si parlava di cifra fra i 40 e i 170 miliardi di dollari all’anno, ora lo studio sostiene che il solo  innalzamento del mare di mezzo metro avrebbe un costo di 25 miliardi di dollari all’anno e uno di 2 metri (che colpirebbe una popolazione di 182 milioni di persone) un costo di 270 miliardi di dollari all’anno.

Tra gli effetti per un riscaldamento di 4 °C, ricorda ancora lo studio, ci sono l’oceano Artico completamente senza ghiaccio in estate, la scomparsa di gran parte delle barriere coralline, un esteso scioglimento del permafrost (terreno ghiacciato) con conseguente rilascio di un potente gas serra come il metano, la distruzione dell’ecosistema amazzonico.

Si tratta di danni inimmaginabili tra cui carenza di cibo e acqua in molte zone del pianeta con conseguenti migrazioni di interi popoli.

Se le prospettive sono queste, come poter dire che Cop 16 di Cancun è stata un "mezzo successo"??!!

 

Lo Staff di Rete Clima®