Cambiamento climatico e cibo: il caso della Russia (del Pakistan, della Cina,…..etc.)

Quest’anno il caldo eccessivo, la siccità e gli incendi hanno ridotto di circa un terzo la produzione russa di grano, tanto che ci si aspetta un raccolto di circa 60-65 milioni di tonnellate.

Nel 2009, quando il raccolto fu pari a 97 milioni di tonnellate, la Russia esportò 21,4 milioni di tonnellate verso l’estero: se i conti tornano, anche bloccando completamente le esportazioni, sul mercato russo mancheranno almeno 10 mlioni di tonnellate di grano, che quindi dovranno essere importate.

Una importazione necessaria proprio mentre il raccolto di grano è stato inferiore al previsto anche in altri grandi Paesi produttori come Canada, Ucraina,….., e mentre si verifica anche l’altra grossa problematica della minor produzione di riso in Pakistan e in Cina a causa delle inondazioni.

In Russia questa situazione ha già prodotto pesanti conseguenze, con aumenti di farina, grano e pane in alcuni casi anche prossimo al 10%.

Lester Brown nel suo Piano B 4.0 (“Mobilitarsi per salvare la civiltà”) sostiene che la produzione di cibo è l’anello debole della nostra civiltà: il cambiamento climatico ed i conseguenti effetti di distruzione costituiscono una ulteriore problematica in un già grave problema alimentare

Mentre Putin, lo ricordiamo, ancora nel 2003 sosteneva che “Se ci sarà un maggiore riscaldamento della Russia potremo spendere meno soldi in pellicce ed i nostri raccolti di grano aumenteranno”.

La classe politica mondiale è fortemente impreparata ad affrontare il riscaldamento climatico ed i suoi effetti.

Questo è un problema, per tutti noi.


Lo Staff di Rete Clima®