Carbon tax ed ETS

 La Commissione Europea torna a parlare di carbon tax dentro un documento di lavoro sulla “finanza innovativa”, osservando che la carbon tax e lo schema europeo di emission trading (ETS) possono convivere armonicamente e  senza problemi. Il documento analizza tutti gli strumenti fiscali innovativi che possono creare gettito aggiuntivo tra cui la carbon tax, che potrebbe essere applicata...

...a fonti emissive piccole e diffuse (come i trasporti, il settore dei servizi e il comparto domestico) affiancandosi allo schema ETS che dovrà continuare a interessare le sorgenti emissive puntuali e ad alta intesità (i grandi impianti di produzione energetica, i settori industriali ad alta intensità energetica e il comparto aereo dopo il 2012: sono i settori da cui complessivamente provengono il 50% delle emissioni di CO2 europee). In questo modo la carbon tax potrebbe aiutare a raggiungere  gli obiettivi europei di riduzione della CO2 al 2020 in quei settori non coperti dall'ETS.

Il documento elenca le Nazioni che hanno già introdotto la carbon tax come:

- la Finlandia (dal 1990), con una tassa pari a 20 euro a tonnellata di CO2 emessa (il gettito della tassa corrisponde allo 0,29% del PIL nazionale);

- la Svezia (dal 1991) con una tassa pari a 108 euro a tonnellata di CO2 emessa (il gettito derivante dalla tassa corrisponde allo 0,81% del PIL nazionale);

- la Danimarca (dal 1992-93), con una tassa di 12 euro a tonnellata di CO2 emessa e il gettito derivate dalla tessa corrisponde allo 0,3% del PIL nazionale).

In Irlanda la carbon tax dovrebbe entrare in vigore quest'anno, con valore di 15 euro per tonnellata di CO2, mentre la Francia ha rimandato la sua entrata in vigore a quando ci sarà un quadro comune europeo. Il rapporto sottolinea anche come sia necessaria un'armonizzazione a livello europeo di questo tributo per evitare distorsioni all'interno del mercato unico europeo.

 

PV