CO2 (anidride carbonica, biossido di carbonio)

CO2 (anidride carbonica, biossido di carbonio)

CO2, un gas naturale

La CO2 (anidride carbonica o biossido di carbonio) è un gas inerte, inodore ed incolore, naturalmente presente in atmosfera in concentrazioni limitate.

La CO2 è parte dei cicli biogeochimici naturali, quale il risultato della ossidazione delle molecole organiche (cioè le molecole della vita), definite “carboniose” proprio perché strutturate intorno all’atomo di carbonio.

La CO2 non è tossica, non è nociva: è un composto atmosferico "naturale".

Una volta generata tramite respirazione cellulare, combustione o decomposizione delle molecole organiche, la CO2 trova il suo “destino ambientale” nel comparto atmosferico, dove permane per lungo tempo contribuendo all’effetto serra naturale: l'effetto serra è il fenomeno di termoregolazione naturale della Terra, che permette condizioni termiche idonee alla nascita ed al mantenimento della vita terrestre. Una sorta di "maglione naturale", insomma, che grazie ad un complesso bilancio termico mantiene una temperatura relativamente omogenea e costante su tutta la crosta terrestre.

Una temperatura che però può aumentare anche e soprattutto in ragione dell'emissione antropica di CO2 e degli altri gas ad effetto serra....portando ad un riscaldamento non naturale del clima globale, eccessivo e pericoloso: il riscaldamento climatico!

effetto serra

La CO2 legata alle attività umane

A partire dalla seconda metà del 1700 le emissioni di CO2 connesse con le attività umane durante la rivoluzione industriale hanno fatto sì che questo gas si sia progressivamente accumulato in atmosfera, accentuando l’effetto serra e determinando il riscaldamento del clima terrestre. (vedi nota)

Il quale è a sua volta causa di squilibri del comparto atmosferico, idrico e biologico, con conseguenze prospetticamente sempre più rilevanti sull’uomo e sulla sua economica.

giacimento_petrolifero
L’uomo ha infatti man mano accresciuto l’uso di combustibili fossili (petrolio, gas naturale, carbone) a scopo combustivo: in questo modo è andato ad estrarre (“decompartimentare”) il carbonio che era contenuto nel sottosuolo nelle molecole organiche di questi combustibili, bruciandole e reimmettendo così il carbonio in atmosfera in forma ossidata (la CO2, appunto).

Le emissioni di CO2 atmosferica oggi sono primariamente il risultato della ossidazione (combustione) dei combustibili fossili, i quali effettivamente costituiscono la principale fonte umana di emissione atmosferica di CO2 dell’era moderna.
La quale, a sua volta, si costituisce oggi come il principale responsabile dell’aumento dell’effetto serra antropicamente indotto, una situazione fortemente differente rispetto a condizioni pre-industriali quando il principale gas serra era il vapore acqueo!

Atmospheric CO2

La concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha attualmenge superato la soglia dei 400 ppm (parti per milione), con un ritmo di crescita di 2,5 ppm annue: siamo pericolosamente prossimi al limite di concentrazione atmosferica di CO2 per poter limitare l'incremento di temperatura sotto i 2 °C (e quindi sperare in effetti non disastrosi dei cambiamenti climatici).

I gas climalteranti (GHG - GreenHouse Gases), responsabili dell'aumento dell'effetto serra naturale, sono infatti numerosi e vanno oltre la sola CO2.

Questi gas, coinvolti negli degli obiettivi di riduzione collegati al Protocollo di Kyoto sono:
- la CO2, appunto, prodotta dall'impiego dei combustibili fossili in tutte le attività energetiche e industriali oltre che nei trasporti;
- il CH4 (metano), prodotto dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti zootecnici e dalle coltivazioni di riso;
- l'N2O (protossido di azoto), prodotto nel settore agricolo e nelle industrie chimiche;
- gli HFC (idrofluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere;
- i PFC (perfluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere;
- l'SF6 (esafluoruro di zolfo), impiegato nelle industrie chimiche e manifatturiere.

Ciascuno di questi gas ha un proprio e specifico GWP (Global Warming Potential), che sostanzialmente corrisponde alla "capacità serra" di quel composto in relazione a quella della CO2, convenzionalmente posta =1, lungo un intervallo temporale che normalmente è a 100 anni (vedi tabella sottostante):


Se tutti gli altri gas hanno un "potere climalterante" molto più alto di quello della CO2, attualmente la CO2 risulta essere comunque il principale e più rilevante gas ad effetto serra (contribuendo per oltre il 55% all'effetto serra odierno e atropicamente modificato): quando si parla -quindi- degli obiettivi di riduzione emissiva si fa sempre riferimento a valori espressi in termini di CO2eq (CO2 equivalente), una unità di misura che considera la somma ponderata della capacità serra di tutti i 6 diversi gas (o famiglie di gas) oggetto del Protocollo di Kyoto:

(Fonte: NOAA, 2011)

Come ridurre le emissioni di CO2?

Coerentemente con le indicazioni del Protocollo di Kyoto, in Rete Clima offriamo a imprese e cittadini una ampia gamma di attività per la riduzione delle emissioni di CO2 (attraverso una diminuzione dei consumi di energia e materia) e compensare localmente le emissioni di CO2 residuali (creando carbon sink locali quali opportunità di incremento dell'assorbimento forestale vegetale).

Il tutto passando attraverso una buona dose di educazione/formazione ambientale e climatica, necessaria per poter capire il problema e le possibili azioni individuali e quotidiane.

E tu? Vuoi partecipare al nostro progetto territoriale di contrasto al cambiamento climatico sostenendo le nostre attività?

Per maggiori dettagli contattaci all'indirizzo email: reteclima@reteclima.it.


Nota: se in condizioni naturali è il vapor acqueo il principale gas ad effetto serra, oggi il principale ruolo nel riscaldamento globale è ricoperto dalla CO2, prodotto di combustione del petrolio (e derivati): la concentrazione di CO2 in condizioni pre-industriali era di circa 270 ppm (parti per milione) oggigiorno la sua concentrazione -come già dicevamo sopra- supera i 400 ppm.