Decreto Omnibus: direttive ESG al centro del percorso europeo per la sostenibilità

Il Decreto Omnibus 2024, approvato definitivamente a ottobre e aggiornato con le modifiche ESG nell’aprile 2025, rappresenta un passaggio strategico nel recepimento delle normative europee sulla sostenibilità.
Il provvedimento introduce importanti novità legate alle direttive:
- CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive – 2022/2464)
- CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – 2024/1760)
Entrambe le direttive costituiscono pilastri dell’agenda verde dell’Unione Europea, con l’obiettivo di promuovere trasparenza, responsabilità aziendale e gestione sostenibile delle Aziende.
Obblighi ESG: verso una rendicontazione più estesa e armonizzata
Tra le principali misure previste:
- estensione graduale degli obblighi di reportistica ESG anche a medie imprese non quotate
- adozione degli standard europei ESRS, con una prima esenzione temporanea per imprese sotto i 750 dipendenti su alcuni indicatori (es. Scope 3, biodiversità, forza lavoro nella supply chain)
- verifica obbligatoria da parte di soggetti terzi indipendenti delle informazioni ESG, da includere nella Relazione sulla gestione o in documenti separati
Meccanismo “Stop the Clock”: proroga per favorire l’adeguamento
In linea con le raccomandazioni del Consiglio UE, il Decreto introduce il meccanismo “Stop the Clock”, che prevede:
- Rinvio di due anni per l’applicazione degli obblighi ESG per grandi imprese e PMI quotate
- Rinvio di un anno per la piena entrata in vigore della Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).
L’obiettivo è offrire un periodo di adattamento utile alle imprese, senza rinunciare ai principi di sostenibilità e responsabilità sociale fissati a livello europeo.

Contesto europeo: un confronto tecnico in corso
Nel frattempo, il dibattito a livello UE prosegue.
Durante la riunione del COREPER II del 23 maggio, i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno discusso vari aspetti applicativi delle direttive:
- sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
- per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.

Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:
- allineamento delle soglie di applicazione delle due direttive a 3.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato
- razionalizzazione degli obblighi sui piani di transizione climatica
- limiti al numero di dati obbligatori ESRS, per contenere il carico amministrativo
Verso un’attuazione equilibrata e condivisa
L’attenzione delle istituzioni è oggi rivolta a garantire un’attuazione delle direttive che sia ambiziosa ma proporzionata, in grado di coniugare:
- trasparenza e responsabilità sociale
- sostenibilità economica e riduzione degli oneri amministrativi
- chiarezza normativa per le imprese e gli investitori
Il percorso resta articolato: l’Ombudsman europeo ha recentemente avviato un’indagine sui processi di preparazione della proposta Omnibus, e la BCE ha segnalato l’importanza di non ridurre l’efficacia delle normative ESG nel contesto della gestione dei rischi finanziari e della competitività del mercato unico.
Conclusioni
Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
Per le imprese italiane si apre una fase importante: comprendere gli obblighi in arrivo e cogliere le opportunità di investimento e sviluppo sostenibile diventa essenziale per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.