Emissioni in calo, ma non basta

E’ stato presentato ieri mattina a Roma l’Inventario nazionale delle emissioni di gas serra, edizione 2010. Secondo questo studio realizzato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nel 2008 è stato registrato un decremento del 2 per cento di emissioni di gas serra rispetto ai valori del 2007: nonostante questi i segnali positivi, il nostro paese è ancora in ritardo sugli obiettivi stabiliti dal Protocollo di Kyoto.  

Nonostante il miglioramento della situazione nazionale l’ISPRA non può fare altro che sottolineare come l’obiettivo del 6.5 per cento di riduzione rispetto ai valori del 1990 (da raggiungere entro il 2012, nell'ambito del protocollo di Kyoto) sia ancora molto lontano.

 

Le serie storiche mostrano -infatti- che nel periodo 1990 - 2008 le emissioni complessiva nazionali di gas serra hanno avuto un incremento del + 4,7 per cento (passando da 517 a 541 milioni di tonnellate), causato soprattutto dalla crescita delle emissioni di CO2 (pari nello stesso periodo al 7,4 per cento), mentre negli altri paesi dell'Europa a 15 le emissioni sono diminuite complessivamente del 6,9%.

Quali i settori maggiormente negativi? Nel periodo 1990-2008 il settore dei trasporti registra l’incremento più elevato di emissioni (pari a +20 per cento), seguito soltanto da quello della produzione di energia (+16 per cento) e dal settore residenziale e dei servizi (che ha fatto registrare un incremento del 10,5 per cento di emissioni).

 

Una indicazione positiva forse può arrivare dai dati preliminari relativi al 2009, i quali indicano una forte accelerazione di questo trend di decrescita fino al -9 per cento (rispetto al 2008): si tratta però di una decrescita associata –però- più a fattori congiunturali che non a precise politiche nazionali.

Un effetto che sarebbe dovuto in maniera prevalente alla crisi economica e al conseguente calo della produzione (-17,5%) e della produzione di elettricità (-12,5%), sommato all'aumento della quota di energie rinnovabili (+9,3% a fine 2009)  e al miglioramento dell'efficienza energetica (si è infatti ridotto il kilowattora per unità di Pil). Se questi dati previsionali saranno poi confermati, per arrivare quindi all'obiettivo previsto dal protocollo di Kyoto (483,3 MtonCO2 eq.) mancherebbe allora solo 19 milioni di tonnellate di C02 equivalenti da abbattere.

Un aiuto al perseguimento degli obiettivi - conclude Ispra - potrà venire dal computo dei crediti derivanti dagli assorbimenti forestali di carbonio (fino a 10 milioni di tonnellate), mentre un ulteriore contributo potrà derivare dall’attuazione di progetti per l’abbattimento delle emissioni nei paesi in via di sviluppo, come quelli già avviati con la Cina.

 

PV