Haiti: deforestazione + uragani = erosione dei suoli e terremoti

Al recente meeting dell'American geophysical union di S. Francisco il geologo statunitense Shimon Wdowinski insieme ad un team di geologi dell’Università di Miami hanno sostenuto la tesi per cui la deforestazione e la conseguente erosione dei suoli (fortemente accentuata anche dagli uragani) potrebbero aver contribuito ad innescare il terremoto che nel gennaio 2010 ha distrutto Haiti, facendo 200.000 vittime e sommando povertà a povertà.

Secondo il gruppo di ricercatori, la ridistribuzione dei sedimenti dalle montagne alla pianura del delta del fiume Leogane, causata dal due violente tempeste principali tropicale e da due grandi uragani avvenuti nel 2008, potrebbe essere stata sufficiente a innescare la scossa catastrofica avvenuta due anni dopo.

Il disboscamento quasi totale delle colline avrebbe aggravato l'erosione dalle tempeste: si conti che l'area montuosa a sud-ovest di Haiti negli ultimi decenni è stata deforestata per il 98% della sua superficie, causando un'erosione estrema (dal 1975, il tasso di erosione di queste montagne è stato 6 mm/anno, rispetto al normale tasso di erosione inferiore a 1 mm/anno nelle foreste montane tropicali).

Su Weather Underground's WunderBlog un riassunto dell’articolo operato da Jeff Masters: “Wdowinsky ha calcolato che la quantità di massa erosa dalle montagne sopra l'epicentro del terremoto del 2010 è stata sufficiente a causare tensioni della crosta terrestre in grado di provocare uno slittamento verticale orientato lungo una faglia fino ad allora sconosciuta.

Questo tipo di movimento è piuttosto insolito in questa regione, dato che la maggior parte delle scosse ad Haiti tendono ad essere del tipo "strike-slip", dove le placche tettoniche scorrono orizzontalmente l'una sull'altra. Il fatto che il terremoto del 2010 ad Haiti si sia verificato lungo una faglia in movimento verticale consente di sostenere l'idea che lo slittamento è stato attivato a causa di una massa scesa dalle montagne sopra l'epicentro a causa dell'erosione, combinata al peso extra dei sedimenti in più depositati nel delta del fiume Leogane nel settore settentrionale della faglia”.

La teoria di Wdowinsky e degli altri ricercatori dell'università di Miami collegano -quindi- le scosse di terremoto al passaggio di cicloni in aree "indebolite": la teoria apre inquietati prospettive legate al cambiamento climatico ed alla cattiva gestione del patrimonio naturale in aree già sensibili.

Sempre più ci si accorge come gli effetti del clima che cambia saranno ad ampio spettro e con ricadute di rilevantissima portata.

 

Lo Staff di Rete Clima®