I profughi climatici di Panama

Oltre che nel Bangladesh, nelle Maldive e nei piccoli Stati insulari del Pacifico i profughi climatici ormai sono anche a Panama, Paese centroamericano del Canale già alle prese con uno tra i più vistosi e misurabili effetti del global warming (si noti che negli ultimi 100 anni il  livello del mare è aumentato di circa 7 centimetri e si stima che raggiungerà i più 23 centimetri 2100).

Migliaia di indigeni che vivono a Carti Sugdub, una delle numerose isole al largo della costa nord di Panama, sono stati costretti ad abbandonare le loro dimore ancestrali ed a spostarsi sulla terraferma a causa di una infausta combinazione di venti stagionali, tempeste e mare inusuali che hanno fatto in modo che l'acqua invadesse le isole basse al largo della costa panamense.

Della cosa se ne è occupata anche la Reuters: "Se gli isolani abbandoneranno le  loro case come previsto, l'esodo sarà uno dei primi attribuiti all'innalzamento del  livello dei mari e al global warming. Gli scienziati avvertono che il livello dei mari nel prossimo secolo potrebbe minacciare milioni di persone, con un destino simile a quello di alcune delle comunità delle lontane Papua Nuova Guinea , Vanuatu e Fiji che sono già state costrette a trasferirsi".

Albert Binger (consulente scientifico dell'Allance of Small Island States): “I 'climate change refugees' sono qualcosa che vedremo accadere sempre di più. Il trasferimento dei profughi climatici rappresenta un problema rilevante, anche per quel che riguarda ciò che accade all'autonomia dei popoli, come comunità, cultura e perfino paese. Non è cosa da poco spostare un paese intero come le Maldive in un'altra area del mondo. Un  recente studio dell'International institute of environment and development ha diomostrato che 643 milioni di persone sono a rischio”.

Secondo il rapporto "Plan B 4.0: Mobilizing to Save Civilization" di Lester Brown: "Uno dei paesi più vulnerabili è la Cina, con 144 milioni di rifugiati climatici. Dopo vengono India e Bangladesh, rispettivamente con 63 e 62 milioni.  Il  Vietnam ha 43 milioni di persone vulnerabili e l'Indonesia, 42 milioni. Nella Top 10  ci sono il Giappone con 30 milioni , l'Egitto con 26 milioni, e gli Stati Uniti con 23 milioni".

Chi si illude che questa problema riguardi solo esotiche isole e piccole popolazioni insulari si sbaglia di grosso, da Panama viene l'ennesimo segnale di allarme per le grandi potenze vecchie e nuove del mondo e per Stati che già affogano nella miseria, sarebbe ingenuo pensare che milioni di profughi climatici in cerca di casa, cibo e lavoro non provocheranno un vero e proprio terremoto sociale ed economico e conflitti tra i Paesi e soprattutto perdite devastanti per i cittadini dei luoghi che saranno ricoperti dal mare.


Lo Staff di Rete Clima®