IEA: nel 2010 crescita record delle emissioni e limite di + 2 C° a rischio!

L’Aie (Agenzia internazionale dell’Energia) lancia un chiaro allarme dentro al suo Energy World Outlook 2010, che segue i primi allarmi di inizio anno che avevamo già segnalato qui: in sintesi, dopo il calo delle emissioni serra nel 2009 a causa della recessione economica globale, nel 2010 le emissioni di CO2 antropiche sono invece tornate a salire fortemente crescendo fino a 30,6 GtCO2 (gigatonnellate di CO2, pari a 30,6 miliardi di tonnellate), primariamente a causa del settore energetico.

Si tratta del 5% in più rispetto al 2008, l’anno record precedente (quando le emissioni globale raggiunsero i 29,3 gigatonnellate).

Una gran brutta notizia, specie alla luce delle indicazioni dell’Ipcc secondo il quale le emissioni di gas serra dovrebbero essere contenute e ridotte in modo da evitare un aumento delle temperature oltre la "soglia pericolosa" dei + 2 °C rispetto ai livelli preindustriali (target concordato all’ultima conferenza climatica che si è tenuta a Cancun lo scorso dicembre 2010): una sfida ora resa ancora più impervia dall'inversione di tendenza segnalata dall'Aie.

Fatih Birol (Capo economista dell’AIE): “Questo significativo aumento delle emissioni di CO2 rappresenta una grave battuta d’arresto per le nostre speranze di limitare l’aumento globale della temperatura a non oltre i 2 ºC” (...) “Le nostre stime più recenti sono un altro campanello d’allarme” (...) “Il mondo è arrivato incredibilmente vicino al livello di emissioni che non dovrebbe essere raggiunto entro il 2020”.

Ricordiamo che per raggiungere questo obiettivo è infatti necessario che la concentrazione dei gas serra nell’atmosfera sia limitata a 450 parti per milione: ma l’AIE, nel suo World Energy Outlook 2010, sostiene che per rispettare questo limite le emissioni globali legate al settore energetico non devono superare quota 32 gigatonnellate nel 2020, un livello di poco superiore a quello già raggiunto nel 2010.

Il che significa che per restare al di sotto di questa soglia le emissioni dovrebbero aumentare in dieci anni meno di quanto è avvenuto in un solo anno, dal 2009 al 2010.

Secondo le stime dell’Aie il 40% delle emissioni globali provengono nel 2010 dai paesi Ocse, i quali hanno però rappresentato solo il 25% della crescita delle emissioni rispetto al 2009: i paesi non-Ocse, con Cina ed India in testa, hanno fatto registrare un aumento molto più forte in linea con la loro crescita economica accelerata.

E’ anche vero che su base procapite i paesi Ocse restano in testa alla classifica degli emettitori, con una media di 10 t/anno, a fronte di 5,8 t/anno per la Cina, e 1,5 t/anno per l’India: quindi i primi passi toccano proprio a noi, anche per poter sviluppare e proporre ai Paesi in Via di Sviluppo un nuovo e diverso modello di crescita, maggiormente ecocompatibile, per evitare che questi ripetano pedissequamente i nostri errori ambientali (e sociali).

 

Lo Staff di Rete Clima®