Il Biodiversity Risk Filter aiuta le aziende a valutare i propri impatti sulla biodiversità

Il Biodiversity Risk Filter aiuta le aziende a valutare i propri impatti sulla biodiversità

In occasione del World Economic Forum di Davos, il WWF ha lanciato il Biodiversity Risk Filter (BRF), uno strumento online gratuito per aiutare aziende e istituzioni finanziarie a identificare e agire sui rischi legati alla perdita di biodiversità connessi alle loro operazioni, catene del valore e investimenti.

Secondo il WEF, oltre il 50% del PIL globale, ovvero 44 trilioni di dollari, dipende in misura elevata o moderata dalla natura e dai suoi servizi: la nostra economia e il nostro sistema finanziario sono quindi profondamente dipendenti dalla natura e - di conseguenza - aziende e investitori sono esposti in prima linea ai rischi connessi ad alterazioni della biodiversità.

A dicembre 2022, al termine della COP15, i governi del mondo hanno adottato un Global Biodiversity Framework (GBF), impegnandosi ad agire immediatamente per arrestare la perdita di biodiversità in linea con gli SDGs dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In questo contesto, imprese e istituzioni finanziarie hanno un ruolo fondamentale, poiché forniscono gli investimenti e i modelli di business necessari per raggiungere gli obiettivi del GBF.

Ma molti di questi attori non comprendono ancora appieno quanto le loro attività impattino sulla natura. Utilizzare un approccio scientificamente valido per monitorare e valutare questi aspetti è stato uno dei compiti più impegnativi per le aziende e le istituzioni finanziarie che si impegnano a sviluppare modelli di business positivi per la natura.

Il Biodiversity Risk Filter nasce proprio per aiutare a colmare questa lacuna. 

biodiversità

Per dimostrare come il BRF può essere applicato a un portfolio di aziende, è disponibile una guida metodologica sviluppata in collaborazione con Climate & Company, think tank di finanza sostenibile. Utilizzando questo documento, WWF e Climate & Company hanno condotto un test su un portfolio rappresentativo di investitori di società quotate.

I risultati mostrano che la stragrande maggioranza delle aziende coinvolte ha un'esposizione media o elevata ai rischi connessi ad alterazioni della biodiversità. Il case study dimostra anche che, con l'aiuto del BRF e della guida metodologica, si possono analizzare e identificare potenziali hotspot di rischio e assegnare priorità alle aree di intervento.

 “Comprendere i rischi aziendali legati alla biodiversità è il primo passo per essere in grado di affrontarli e un prerequisito per fissare obiettivi pertinenti, qualcosa che molte aziende probabilmente esamineranno quest'anno dopo l'adozione del Global Biodiversity Framework”, ha affermato Rebekah Church, Global Biodiversity Stewardship Lead del WWF.

Questo strumento li aiuta a mappare e valutare i rischi legati alla biodiversità, consentendo loro di dare priorità agli investimenti in aree cruciali per la mitigazione dei rischi". 

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Alla base del BRF ci sono oltre 50 livelli di dati rilevanti per la biodiversità, che forniscono un quadro globale del rischio correlato. Informazioni su specie ed ecosistemi, aree protette e fattori fortemente impattanti come la deforestazione, la distruzione degli habitat, l'inquinamento, il cambiamento di uso del suolo per l'agricoltura ecc.

I dati sono forniti, tra gli altri, da WWF, IBAT, IUCN, UNEP -WCMC, ENCORE, RepRisk, FAO, Banca Mondiale, NASA.

Si tratta della prima piattaforma che riunisce una gamma così diversificata di informazioni allo scopo specifico di analizzare i rischi legati alla perdita di biodiversità per imprese e istituzioni finanziarie.

Staff di Rete Clima