Picco di petrolio: ormai ne parlano tutti

Abbiamo già parlato del picco di petrolio (peak oil) ma conviene tornare sull’argomento.

In generale, il picco di una risorsa non rinnovabile si verifica quando è stata consumata circa la metà delle riserve complessive di tale risorsa e continuare ad estrarre le frazioni residue è più difficile, costa più soldi e richiede più energia: con il risultato che se ne riesce ad estrarre di meno, in quantità inferiore alla richiesta del mercato……e conseguentemente (per il vecchio gioco della domanda e dell’offerta) il suo prezzo schizza alle stelle.

Si parla di declino della produzione, che non riesce più a soddisfare la domanda ed il prezzo ci va di mezzo: non si tratta quindi dell’“esaurimento fisico” di una risorsa, ma sostanzialmente del suo esaurimento economico.

La teoria economica parla chiaramente di questi due tipi di esaurimenti di risorse non rinnovabili, ed il gioco sta tutto nel prezzo: se la risorsa non rinnovabile inizia a costare troppo non ce la si può più permettere e quindi -non potendo più accedervi per ragioni economiche- è come se fosse terminata anche a livello fisico.

Il picco del petrolio, è atteso tra il 2012 ed il 2015 e sarà il momento in cui l’abbondanza di greggio diventerà un ricordo: ma, come già visto, la fine del petrolio abbondante significa la fine del petrolio a basso prezzo, che costituisce il primo presupposto del nostro benessere e del nostro stile di vita “occidentale”.

Si prevede la necessità di prepararsi ad un brusco cambio di abitudini.

Ma chi ne parla? Lo dice la Shell, il Pentagono, i manager Inglesi oltre che la IEA, l’agenzia europea che si occupa del monitoraggio delle fonti di energia.

Le voci iniziano ad essere tante, e tutte autorevoli: ma quali potranno essere le conseguenze di questa inizio di penuria fisica e –conseguentemente- economica?

Si parla di molte conseguenze a catena, di cui già abbiamo avuto un assaggio nel 2008.

Se il petrolio e l’energia petrolifera è ormai utilizzato in abbondanza in ogni tipo di prodotto, ci si deve ragionevolmente attendere penuria di cibo (dato che il petrolio è “nascosto” nei fertilizzanti, concimi, antiparassitari, nel mezzi di semina e di raccolta, nel ciclo di trasporto e di produzione…. ); limiti alla mobilità individuale e ai trasporti delle merci, dati gli altri costi dei carburanti; problematiche ad ogni tipo di produzione, dati i crescenti costi per l’approvvigionamento energetico…….la definizione dei futuri limiti è purtroppo lunghissima.

Cosa fare? E’ necessario pianificare un futuro con meno petrolio: in Inghilterra il Governo ne parla (anche noi qui), ma qui in Italia siamo troppo concentrati sulle correnti politiche nei partiti e sul Grande Fratello. Se solo la classe politica nostrana parlasse meno del –costoso e lungo- nucleare per concentrarsi sulle fonti rinnovabili e mobilità elettrica.


Lo Staff di Rete Clima®



Anche l’Iea prevede il picco del petrolio nel 2012

Approfondimenti sul peak oil sul sito di Aspo Italia