ISPRA: presentato l’annuario dei dati ambientali 2011 (Rapporto 25/2012)

ISPRA: presentato l’annuario dei dati ambientali 2011 (Rapporto 25/2012)

L’ISPRA (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale) ha presentato ieri mattina a Roma la decima edizione dell’Annuario dei Dati Ambientali 2011, la cui sintesi è scaricabile a questa pagina web.

In questa sede ci concentriamo solo sui dati di maggiore interesse, riferiti al consumo di suolo, al riscaldamento climatico ed alla produzione nazionale di rifiuti.

Sul consumo di suolo, in particolare, l'annuario riporta come questo continui a crescere al ritmo di 100 ettari al giorno: attualmente la superficie impermeabilizzata copre più del 6% dell’intero territorio nazionale, con punte nelle città di Roma e Napoli dove il suolo antropizzato è pari al 60% dell'intera superificie del territorio comunale.

Dal documento di sintesi del report di cui al link superiore: "È elevato il consumo di suolo e incessante l’incremento del fenomeno dell’impermeabilizzazione in Italia e nelle principali aree urbane. A rilevarlo è il sistema di monitoraggio Ispra-Agenzie Ambientali che segnala tra le cause principali una generale accelerazione, negli anni successivi al 2000, dell’espansione edilizia e di nuove infrastrutture. A livello nazionale, il consumo di suolo ha ormai superato i 100 ettari al giorno e la superficie impermeabilizzata copre più del 6% dell’intero territorio nazionale. I valori più elevati del soil sealing si registrano in Lombardia, Veneto e Campania con concentrazioni maggiori in corrispondenza delle aree urbane e lungo i principali assi stradali. Il fenomeno assume proporzioni più ampie nelle grandi aree di pianura dove agli effetti indotti dall'urbanizzazione devono essere sommati anche quelli derivanti dall'agricoltura intensiva (compattazione dei suoli). Nelle principali aree urbane, il soil sealing, in alcuni casi, si estende ormai anche per più della metà del territorio comunale; supera il 60% nei comuni di Milano e Napoli. Il trend crescente vede, nel solo comune di Roma, un incremento della superficie impermeabile, pari a più di 300 ettari annui".

In riferimento al cambiamento climatico, il report sottolinea come negli ultimi 14 anni si siano registrare temperature estive al di sopra delle medie, un segnale del cambiamento climatico in atto anche nel nostro Paese: un trend positivo, benchè insufficiente rispetto agli obiettivi, nella riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra diminuite del 3,5% in 20 anni (passando da 519,25 MtCO2eq nel 1990 a 501,32 MtCO2eq al 2010).

Dal documento di sintesi, in riferimento alle emissioni di gas serra: "Per quanto riguarda la CO2, la concentrazione atmosferica media globale (a livello mondiale) è cresciuta da 280 ppm nel periodo 1000-1750, a 389 ppm nel 2010, mentre dal periodo preindustriale al 2009 è stata registrata una crescita delle emissioni annue di anidride carbonica da circa 0 a 30,8 miliardi di tonnellate, tenendo conto esclusivamente delle emissioni provenienti dall’utilizzo dei combustibili fossili nei processi di combustione e nella produzione del cemento. Anche per altri gas serra, come il metano, il protossido di azoto e i fluorocarburi, si registrano andamenti analoghi, se non ancora più accentuati.
A livello globale, nel 2009, l’Italia è responsabile di non più dell’1,34% delle emissioni complessive provenienti dall’uso dei combustibili fossili, occupando la 14a posizione tra i Paesi con i maggiori livelli di emissioni di gas serra.
In base ai dati dell’Inventario nazionale dell’ISPRA, tra il 1990-2010, le emissioni passano da 519,25 a 501,32 milioni di tonnellate di CO2eq, con un decremento del 3,5%, ma, secondo il Protocollo di Kyoto, l’Italia dovrebbe riportare le proprie emissioni nel periodo 2008-2012 a livelli del 6,5% inferiori rispetto a quelle del 1990 (ossia a 483,26 Mt CO2eq). Le emissioni di gas serra sono risultate 18,1 MtCO2eq in più rispetto quelle previste dall’obiettivo di Kyoto.
A partire dal 2008, il Paese ha accumulato un debito di emissioni pari a 84,7Mt di CO2 equivalenti
".

Dal documento di sintesi, in riferimento al riscaldamento climatico: "A livello globale, le stime relative al 2010 indicano un’anomalia della temperatura media globale (sistema terra-oceano) di 0,62 °C rispetto alla media del XX secolo, valore che pone il 2010 insieme al 2005, al 1° posto tra gli anni più caldi di tutta la serie.


Figura 6.36: Anomalia media annuale dal 1961 al 2010 (espressa in °C) della temperatura media rispetto al valore normale 1961-1990

L’aumento medio registrato negli ultimi 30 anni è stato quasi sempre superiore a quello medio globale sulla terraferma. Tuttavia, nell’anno di riferimento, l’anomalia della temperatura nel Belpaese (+0,51°C) è stata inferiore a quella globale sulla terraferma (0,93°C). Il 2010 è stato per l’Italia il diciannovesimo anno consecutivo con anomalia termica positiva, e il suo valore è il diciottesimo della serie a partire dal 1961. Negli ultimi 14 anni i giorni estivi (ossia giorni con temperatura massima dell’aria maggiore di 25°C) e le notti tropicali (ossia notti con temperatura minima dell’aria maggiore di 20°C) sono stati sempre maggiori delle rispettive medie climatologiche".

Lo Staff di Rete Clima®