Vaticano: “La crociata del Terzo Millennio è contro i cambiamenti climatici”

Il succo dello studio sta forse in un appello all’Umanità, lungo e toccante, contenuto nel report “Fate of Mountain Glaciers in the Anthropocene”, commissionato dal Vaticano alla Accademia Pontificia delle Scienze e portato a termine lo scorso aprile.

Pubblichiamo l'appello nella sua interezza, ritenendo che sia un vero e proprio stimolo alla sensibilità ed alla azione di credenti e non credenti.

Il testo dell'appello: "Facciamo appello a tutte le persone e le nazioni affinché riconoscano il grave impatto, e potenzialmente irreversibile, del riscaldamento globale causato dalle emissioni antropiche di gas a effetto serra e altri inquinanti, e da cambiamenti nelle foreste, zone umide, praterie, e altri usi del suolo.
Facciamo appello a tutte le nazioni a sviluppare e ad applicare, senza indugio, politiche eque ed efficaci per ridurre le cause e gli impatti dei cambiamenti climatici sulle comunità e sugli ecosistemi, sui ghiacciai montani e i loro bacini idrografici, consapevoli del fatto che viviamo tutti nella stessa casa.
Agendo ora, nello spirito di responsabilità comune ma diversa, accettiamo il nostro dovere nei confronti di ciascuno di noi e per la gestione di un pianeta benedetto con il dono della vita.
Siamo impegnati a garantire che tutti gli abitanti di questo pianeta ricevano il loro pane quotidiano, aria fresca da respirare e acqua pulita da bere, come siamo consapevoli che, se vogliamo giustizia e pace, dobbiamo proteggere gli ecosistemi che ci danno sostentamento.
I credenti in mezzo a noi chiedano a Dio di esaudirci questo desiderio
".

Con questa iniziativa la Chiesa torna a ribadire il proprio impegno per la tutela di quell’ambiente che è il Creato consegnato all’uomo da Dio, invitando l’umanità ad agire rapidamente per contrastare il global warming.

In questo appello si intrecciano motivazioni ambientali e di giustizia sociale, specialmente nei confronti delle popolazioni più povere del pianeta che sono destinate a subire i maggiori impatti di quel cambiamento climatico originato in primis dal nostro modello di sviluppo occidentale.

Ma venendo a parlare nel merito dello studio scientifico, presieduto dal climatologo Veerabhadran Ramanathan e dal premio Nobel Paul Crutzen, questo ha affrontato il tema delle conseguenze della riduzione dei ghiacciai di montagna: i quali in Europa hanno perso il 50% circa della propria massa dal 1980 ad oggi, una prova evidente dei cambiamenti climatici in atto).

Il gruppo di lavoro ha elaborato un documento che esamina in profondità le cause del fenomeno del riscaldamento climatico, correttamente ricondotto alle attività umane che hanno modificato la composizione dell'atmosfera portando alla più alta concentrazione di CO2 atmosferica degli ultimi 800.000 anni: arrivando a compromettere gli equilibri ecosistemici, la biosfera, le risorse idriche e la sicurezza alimentare e portando alla morte prematura di oltre 2 milioni di persone l'anno.

Per arrestare questa tendenza, afferma lo studio, è necessario ricorrere rapidamente a tutti i mezzi utili per ridurre la concentrazione dei gas serra nell'atmosfera e favorire l'adattamento delle popolazioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

L'obiettivo è assicurare la stabilità climatica nel lungo periodo oltre che restituire alla Terra, "pianeta benedetto", il ruolo che ha sempre avuto nel dispensare i suoi frutti a tutti i suoi abitanti.

Noi della Rete crediamo fortemente in questo messaggio, che deve motivare l’azione di tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti.

 

Lo Staff di Rete Clima®