Profughi climatici in Messico in espatrio (verso gli USA)?

Uno studio elaborato dal climatologo Michael Oppenheimer della Princeton University traccia una chiara connessione tra riscaldamento globale e immigrazione, sostenendo che in un futuro non troppo lontano i cambiamenti climatici potrebbero spingere milioni di messicani a lasciare la propria terra e a rifugiarsi nei vicini Stati Uniti.

Lo studio sostiene che gli effetti di un clima sempre più caldo interesseranno e danneggeranno a tal punto le colture agricole in Messico da spingere fino a oltre 6 milioni di messicani ad abbandonare il paese, entro il 2080: inondazioni, siccità, tempeste si faranno –infatti- via via più intense ed il settore agricolo ne pagherà le conseguenze più alte inducendo molti lavoratori a trasferirsi negli USA.

Secondo lo studio: “Il cambiamento climatico potrebbe causare migrazioni umane di massa, comprese quelle attraverso i confini internazionali”.

La ricerca, che ha utilizzato le informazioni del censimento 1995-2005 e le statistiche sui dati climatici e le produzioni vegetali, ipotizza diversi “scenari di riscaldamento” sostenendo che da 1,4 a 6,7 milioni di abitanti (cioè dal 2% al 10 % della popolazione attuale di età compresa far i 15 e i 65) potrebbero essere inevitabilmente destinate ad espatriare.

Michael Oppenheimer: "Questa è probabilmente una previsione esagerata, ma è un primo passo nello studio dell'impatto del cambiamento climatico sulle migrazioni. Il nostro primo obiettivo era quello di dare ai politici un argomento su cui riflettere e secondo dare ai ricercatori un stimolo per iniziare a rispondere a domande più complesse."

Gli esperti affermano che questi risultati sono rilevanti anche per altre regioni del mondo, dall’Africa all’Australia, aree per le quali squadra di Oppenheimer prevede che la migrazione diventi un “problema significativo”.


Lo Staff di Rete Clima®