Meeting FAO: rischio di una nuova crisi alimentare a causa del cambiamento climatico

Scrivevamo già qui come si stia concretizzando il rischio di una nuova crisi alimentare, come già accaduto nel 2007-2008: il prezzo delle derrate alimentari aumenta in seguito ai cattivi raccolti legati al clima impazzito degli ultimi mesi.

La Fao ha così indetto un vertice urgente per il 24 settembre, pur sottolineando che la situazione è molto migliore rispetto al 2008 perchè le scorte di cereali oggi sono superiori rispetto ad allora.

Le abbondanti scorte mondiali di cereali fanno sì che il problema non sia la mancanza di cibo: si sta invece manifestando la difficoltà ad acquistare il cibo nei Paesi a basso reddito, che non possono permettersi di pagare prezzi alti per il cibo.

Il grano è rincarato del 74% rispetto a giugno in seguito alla siccità che ha colpito la Russia (che ha prorogato il blocco delle esportazioni di cereali fin dopo il prossimo raccolto) e altri Paesi. C’è poi il problema delle risaie distrutte dalle alluvioni in Pakistan.

Finora i rincari hanno colpito duramente alcuni Paesi poveri, tra cui il Mozambico, con disordini e morti, a causa del fatto che il Governo non ha più la possibilità di assicurare  “prezzo politico” al pane (in Mozambico l’acquisto del cibo assorbe il 70% del reddito).

Il Guardian fa l’elenco dei Paesi già in difficoltà: in Egitto si sono verificati disordini, in Mauritania il prezzo del riso è triplicato negli ultimi tre mesi; in Zimbabwe il prezzo cereali è aumentato del 59% e del 57% in Mozambico, mentre in Nigeria ed in Russia i prezzi sono aumentati del 30%.

In un’analisi dell’agenzia di consulenza Maplecroft, l’Italia viene inserita fra i Paesi a medio rischio di crisi alimentare, esattamente come l’Egitto nel quale si sono verificati disordini.

In tutto l’Occidente i Paesi a medio rischio, oltre all’Italia, sono solo Portogallo, Grecia e Bosnia, mentre gli altri Paesi dell’Ue sono considerati al sicuro.

Lester Brown ha parlato chiaro.


Lo Staff di Rete Clima®