Green Claims: direttiva ko, un aiuto arriva dall’European Securities and Markets Authority (ESMA)

Green Claims: direttiva ko, un aiuto arriva dall’European Securities and Markets Authority (ESMA)

Nel contesto attuale della disclosure aziendale sulle proprie prestazioni ambientali, anche le dichiarazioni di sostenibilità ("green claims" in inglese) relative a prodotti e servizi stanno assumendo un ruolo sempre più strategico.

La crescente attenzione verso tematiche ESG (Environmental, Social and Governance) spinge gli investitori e gli operatori di mercato a valutare con maggiore attenzione le informazioni legate alla sostenibilità.

Green Claims: come le dichiarazioni di sostenibilità influenzano le decisioni dei clienti e degli investitori

Le informazioni sulla sostenibilità rappresentano ormai un fattore chiave nelle scelte di consumo e di investimento: le Aziende presenti sul mercato hanno la responsabilità di fornire comunicazioni chiare, corrette e non fuorvianti circa le prestazioni ambientali delle aziende e dei prodotti che queste realizzano, in linea con i principi europei di trasparenza.

Tali dichiarazioni riguardano aspetti essenziali del profilo di sostenibilità di un soggetto sul mercato o di un prodotto/servizio, e devono riflettere fedelmente l’impegno ambientale e sociale dichiarato, in modo da poter operare una comunicazione ESG solida ed efficace.

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La Direttiva sui Green Claims, altresì definita come Direttiva sulle Dichiarazioni Ambientali Esplicite, sarebbe servita proprio per indirizzare correttamente la comunicazione di sostenibilità delle aziende, contenendo i rischi di greenwashing: purtroppo tale direttiva è stata ritirata a fine luglio 2025, lasciando quindi un vuoto che deve però essere necessariamente colmato con altri strumenti non normativi.

Green Claims: il rischio di greenwashing è concreto

A causa della complessità delle informazioni ESG, esiste il rischio che le dichiarazioni di sostenibilità vengano mal interpretate o distorte, anche involontariamente.

Questo fenomeno è noto come greenwashing e può compromettere la fiducia degli investitori, dei consumatori e degli stakeholder di una azienda.

L'ESMA (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), in collaborazione con le altre Autorità di vigilanza europee, ha individuato pratiche scorrette comuni come:

  • cherry-picking (selezione di informazioni positive a discapito di quelle negative)
  • esagerazioni
  • omissioni rilevanti
  • vaghezza o ambiguità
  • immagini o linguaggi fuorvianti

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Dato il già citato stop europeo di fine luglio 2025 alla Direttiva sui Green Claims è necessario che le aziende possano fare riferimento ad una serie di regole di comunicazione alternative.

Lasciamo quindi la parola all’ESMA ed ai suoi suggerimenti.

I princìpi dell’ESMA circa le buone pratiche di comunicazione green

Nel quadro delle sue attività contro il greenwashing, l'ESMA ha definito quattro princìpi fondamentali da seguire per garantire la qualità e l'affidabilità delle dichiarazioni di sostenibilità.

Questi principi non introducono nuovi obblighi normativi ma servono a rafforzare la responsabilità degli operatori nelle loro comunicazioni relativamente alle performance ambientali dei prodotti, in qualunque forma o tramite qualunque canale esse siano realizzate.

Obiettivo principale: assicurare che tutte le dichiarazioni ESG siano chiare, corrette e non fuorvianti, facendo uso di strumenti di alto livello tecnico (per esempio valutazioni di LCA, come già storicamente previsto - per esempio - in Danimarca).

Le quattro linee guida per dichiarazioni di sostenibilità affidabili

Basandosi sulle relazioni dell’ESMA e delle autorità EBA ed EIOPA, i quattro principi guida sono:

1) accuratezza - le informazioni devono essere complete, precise e veritiere: non è opportuno utilizzare claim generici o vaghi;

2) accessibilità - le informazioni relative ad un claim ambientale devono essere visibili e facilmente disponibili per i consumatori: utile pensare a risorse web dedicate all’approfondimento dei green claim;

3) concretezza/sostanzialità - le informazioni devono essere basate su strumenti tecnici di elevato valore ed affidabilità tecnica, utilizzati nel modo corretto: su questo sito abbiamo più volte parlato dell’importanza dell’uso della tecnica dell’LCA - Life Cycle Assessment come strumento su cui basare la valutazione e la comunicazione delle performance ambientali dei prodotti e dei servizi (lo dice anche l’AI!);

4) aggiornamento - i claims ESG devono basarsi su dati aggiornati: deve per esempio essere previsto l’aggiornamento di una valutazione di LCA in caso di modifiche al prodotto e/o l’aggiornamento annuale della Carbon Footpritnt di Organizzazione.

I criteri sono chiari, presentiamo un piccolo approfondimento nella tabella a seguito:

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Comunicazioni regolamentate vs non regolamentate

Le linee guida si applicano soprattutto alle comunicazioni non regolamentate – come materiali di marketing, siti web e dichiarazioni volontarie – che spesso rappresentano il primo punto di contatto con il cliente (o l'investitore).

Tuttavia, anche le informazioni regolamentate (es. prospetti dei fondi, KID, relazioni di gestione) devono attenersi ai criteri di correttezza e trasparenza.

Quando ci si rivolge al pubblico è consigliato utilizzare il metodo del "layering": fornire prima un'informazione sintetica e chiara, con possibilità di approfondimento per chi desidera maggiori informazioni.

Conclusioni

In un mercato in rapida evoluzione verso la sostenibilità è fondamentale che le dichiarazioni ESG siano gestite con rigore e trasparenza.

Applicare i principi dell’ESMA consente non solo di prevenire rischi legali e reputazionali, ma anche di rafforzare la fiducia di clienti ed investitori, promuovendo un sistema di comunicazione valido ed efficace.

Rete Clima supporta le Aziende partner e clienti nella chiara e corretta comunicazione ESG: contattaci per un supporto o per maggiori informazioni.