Catastrofi naturali 2025: impatto globale, assicurazioni e sfide per l’Italia

Il primo semestre del 2025 è stato caratterizzato da numerose catastrofi naturali in tutto il mondo.
Tra gli eventi più rilevanti si annoverano gli incendi devastanti nell’area di Los Angeles, avvenuti in pieno inverno, il terremoto di magnitudo 7,7 che ha colpito il Myanmar il 28 marzo e il crollo del ghiacciaio svizzero che ha quasi completamente sepolto il villaggio di Blatten.
Secondo l'Assicurazione Munich Re i danni complessivi causati da questi eventi hanno raggiunto circa 131 miliardi di dollari, di cui 80 miliardi assicurati, rappresentando il secondo dato più alto dal 1980 preceduto solo dai 155 miliardi registrati nel 2024.

Le perdite complessive e assicurate sono risultate significativamente superiori alla media dei dieci e dei trent’anni precedenti: in Europa i danni sono rimasti più contenuti, pari a circa 5 miliardi di dollari, di cui oltre la metà coperti da polizze assicurative.
A livello globale gli eventi meteorologici estremi hanno rappresentato l’88% dei danni complessivi e il 98% dei danni assicurati, mentre i terremoti hanno causato rispettivamente il 12% e il 2%.
L’aumento della frequenza e dell’intensità dei disastri naturali è strettamente collegato ai cambiamenti climatici, rendendo necessarie misure preventive e infrastrutture più resilienti per ridurre le perdite.

Oltre all’adattamento, è fondamentale intervenire sulla mitigazione del cambiamento climatico, riducendo le emissioni di gas serra attraverso il passaggio a fonti rinnovabili, economia circolare ed efficienza energetica.
In Italia il livello di preparazione è ancora insufficiente sia sul fronte della mitigazione climatica sia su quello dell’adattamento.
Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), approvato nel gennaio 2024, individua 361 azioni, ma manca di fondi e di governance efficace.
Secondo la Fondazione Earth and Water Agenda (Ewa), sarebbero necessari 10 miliardi di euro l’anno per affrontare la gestione idrica, a fronte dei 7 miliardi attualmente stanziati: gli investimenti sul dissesto idrogeologico restano insufficienti, con circa 38,5 miliardi previsti in un decennio.

Per proteggere le imprese italiane, il Governo Meloni ha introdotto l’obbligo di copertura assicurativa contro i rischi catastrofali, dal 1° ottobre 2025 per le medie imprese e dal 1° gennaio 2026 per le piccole e microimprese.
Attualmente, solo il 7% delle Pmi italiane è assicurato contro le calamità naturali.
Tuttavia, le assicurazioni da sole non possono risolvere la crisi climatica.
Negli Stati Uniti, ad esempio, l’aumento dei costi dei rimborsi ha portato alcune compagnie a sospendere la vendita di nuove polizze o a proporre premi economici più elevati, limitando l’accesso alle coperture per le categorie più vulnerabili.

Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), tra il 1980 e il 2023 i maggiori danni economici da eventi meteo estremi in Europa si sono registrati in Germania (180 miliardi di euro), Italia (135 miliardi), Francia (130 miliardi) e Spagna (97 miliardi).
Senza un aumento degli investimenti in mitigazione e adattamento i costi potrebbero raddoppiare entro il 2050 e triplicare entro il 2100.