Riscaldamento climatico ed eventi meteo estremi: una correlazione sempre più chiara

Riscaldamento climatico ed eventi meteo estremi: una correlazione sempre più chiara

E' stata resa pubblica la settima edizione del report Explaining Extreme Events in 2017 from a Climate Perspective, pubblicato sul Bulletin of the American Meteorological Society. 

Secondo il documento, frutto di una ricerca che ha coinvolto oltre 120 scienziati provenienti da 10 Paesi (e basata sia su osservazioni storiche, sia su simulazioni modellistiche), almeno 15 delle più grandi catastrofi meteorologiche globali accadute nel 2017 sono state rese più probabili e/o più intense dai cambiamenti climatici.

Il ruolo del riscaldamento climatico globale come agente capace di aumentare la frequenza e/o l'intensità dei fenomeni meteorologici estremi è apparso chiaro agli scienziati rispetto alle inondazioni avvenute nel 2017 in Sud America, Cina e Bangladesh, rispetto alla siccità  che ha colpito l’Africa orientale ed il Nord America, rispetto alle ondate di calore che hanno interessato l'area cinese e mediterranea.

In particolare, la ricerca individua una influenza diretta del climate change verso gli eventi estremi per una ampia serie di fenomeni quali la siccità, diventata 1,5 volte più probabile per le Grandi Pianure del Nord in Canada e Stati Uniti; le ondate di calore, tre volte più probabili rispetto gli anni '50 del secolo scorso nella regione euromediterranea, ed eventi non più così rari per la Cina; le inondazioni, divenute 1,5 volte più probabili in Perù, che nel 2017 hanno afflitto grandi aree della Cina; il riscaldamento dei mari, con temperature record registrate nel Mar di Tasmania e nella costa africana (che hanno concorso al raddoppio della siccità dell’Africa orientale del 2017, determinando una carestia che ha lasciato senza cibo più di 6 milioni di persone in Somalia) e un basso livello del mare artico, che ha influenzato precipitazioni da record in gran parte dell’Europa occidentale nel dicembre 2016.

Martin Hoerling (NOAA), co-autore del rapporto: "Le prove scientifiche supportano la tesi che sia proprio l’attività umana a provocare la varietà di eventi estremi di oggi, con grandi impatti economici in tutto il mondo".

Queste conclusioni peraltro non fanno altro che confermare ulteriormente le previsioni del primo rapporto dell’IPCC datato 1990, che prevedeva appunto un aumento di questi eventi estremi proprio in questi anni che stiamo vivendo. 

Lo Staff di Rete Clima